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Svolta Ue sul clima alla vigilia del vertice di Biden: neutralità climatica entro il 2050

 L'Europa ha di fatto formalizzato i nuovi impegni per arrivare, nel 2030, ad una riduzione delle emissioni del 55% rispetto al 1990

E' un'Europa con le carte in regola quella che si presenta al vertice internazionale sul clima più atteso degli ultimi tempi. Convocato da Joe Biden per rilanciare il ruolo degli Stati Uniti nella lotta ai cambiamenti climatici dopo la parentesi negazionista di Trump, il summit, che si svolgerà in versione virtuale, sarà l'occasione per vedere le carte in mano al presidente cinese Xi Jinping. Ma anche per ascoltare le parole di papa Francesco e degli altri leader invitati a partecipare - tra i quali il premier Mario Draghi - su una sfida epocale che solo l'emergenza Covid è riuscita a far passare in secondo piano.

La posizione dell'Ue - In questa prospettiva, dopo una maratona negoziale di 14 ore proprio alla vigilia del summit, l'Ue ha di fatto formalizzato i nuovi impegni per arrivare, nel 2030, ad una riduzione delle emissioni del 55% rispetto al 1990 e per raggiungere la neutralità climatica al 2050.

 

Inoltre, dopo mesi di impasse, la Commissione europea ha adottato un primo insieme di criteri tecnici per la cosiddetta finanza verde. Cioè per individuare le attività economiche meritevoli di essere economicamente sostenute e premiate per la loro valenza ambientale.

 

 

Rinviando però a giugno ogni decisione su gas e nucleare, due fonti che diversi Paesi, ma non tutti, considerano indispensabili per assicurare la transizione ecologica.

 

 

"La cosiddetta 'legge sul clima' e criteri per la finanza verde sono due grandi passi in avanti - ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis - e dimostrano che l'Ue sta facendo la sua parte. Ma non possiamo farcela da soli, visto che solo il 9% delle emissioni viene dall'Europa".

 

I grandi del mondo - E allora occhi puntati su Biden e sul leader cinese Xi Jinping poiché Cina e Usa insieme producono il 42% delle emissioni di gas serra del mondo. Biden, in particolare, dovrebbe presentare il nuovo obiettivo di taglio delle emissioni degli Usa che, secondo molti osservatori, dovrebbe essere di almeno il 50% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Il doppio del target fatto proprio da Barack Obama, poi apertamente sabotato dall'amministrazione Trump.

 

Xi Jinping, dal canto suo, ha fatto sapere che terrà "un discorso importante". La settimana scorsa, dopo due giorni di colloqui, l'inviato di Biden sull'azione climatica, John Kerry, e la sua controparte cinese, Xie Zhenhua, hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui si impegnano a cooperare per frenare il cambiamento climatico.

 

 

Le due potenze "sono impegnate a cooperare tra loro e con altri Paesi sulla crisi climatica, che deve essere affrontata con la serietà e l'urgenza che richiede", si legge nel comunicato.

 

Il summit si dovrebbe fermare agli impegni di principio. Se si andasse oltre i target, cioè sul come raggiungerli, il discorso potrebbe farsi molto, troppo complicato.

 

Con l'approvazione della legge sul clima, l'Ue è invece già pronta a passare all'azione. "Da qui al 2022 cambieremo 50 regolamenti e direttive su clima e ambiente, è un cambio sistemico", ha rivendicato il presidente della commissione ambiente dell'Europarlamento Pascal Canfin. I criteri per la finanza sostenibile sono solo un assaggio. "Non so se diventerà lo standard globale per gli investimenti verdi, ma sicuramente lo influenzerà visto che siamo i primi al mondo a proporre una cosa del genere", ha spiegato Dombrovskis.

 

Altre proposte Ue arriveranno in giugno ma fanno già discutere. Come la tassa sulla CO2 alle frontiere, che serve a tutelare le imprese europee dalla concorrenza di quelle di Paesi con legislazioni sul clima meno stringenti. Un'iniziativa che al momento viene bollata come "discriminatoria" dai Paesi del gruppo Basic (Brasile, Cina, India e Sudafrica) e sulla quale anche Kerry, nella sua visita a Bruxelles il mese scorso, si è dichiarato scettico. "Ne ho parlato con il segretario al Tesoro americano Janet Yellen, - ha detto Dombrovskis. - Gli Usa stanno osservando e valutando perché visto che sono rientrati nell'accordo di Parigi anche loro dovranno trovare modi per concretizzare i loro impegni e immagino ci sia spazio per il dialogo anche su questo punto".

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