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Smog, firmato il protocollo "Aria pulita" per ridurre l'inquinamento

Le misure riguardano i tre settori maggiormente responsabili dellʼinquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. Il piano ha una durata di due anni

Smog, firmato il protocollo
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A Torino è stato firmato il protocollo "Aria pulita", sottoscritto dal premier, Giuseppe Conte, e da sei ministeri (Ambiente, Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, Politiche agricole, Salute) con le Regioni e le Province autonome.

Le misure del protocollo riguardano i tre settori maggiormente responsabili dell'inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. Il piano d'azione ha una durata di due anni.

"L'inquinamento atmosferico provocato dai trasporti, dall'agricoltura, dal riscaldamento domestico, è tra i fattori maggiormente responsabili del progressivo peggioramento della qualità della vita nelle nostre città", sottolinea il ministero dell'Ambiente.

Presso la presidenza del Consiglio dei ministri viene istituita la "Unità di coordinamento del piano d'azione per il miglioramento della qualità dell'aria", che deve individuare, entro 6 mesi dal proprio insediamento, ulteriori misure eventualmente adottabili a livello nazionale e a livello locale in materia di contrasto all'inquinamento atmosferico e per il miglioramento della qualità dell'aria, formulando al riguardo puntuali proposte di razionalizzazione e di semplificazione.

Il piano ha una durata di due anni ed è articolato in 5 ambiti di intervento: uno trasversale e quattro tematici. Per ciascun ambito di intervento sono individuate specifiche azioni operative inquadrate in una strategia unica e complessiva. Le misure trasversali vanno dalla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi all'istituzione di un "Fondo per il finanziamento del programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico", fino a 400 milioni di euro all'anno.

In ambito agricolo sono previsti interventi per l'abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni all'abbruciamento dei residui vegetali. Nell'ambito della mobilità si introducono, invece, criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità.

Si prevede la possibilità di autorizzare nelle città la sperimentazione della circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini. Si disincentiva l'utilizzo di veicoli ad alte emissioni inquinanti. Infine, viene promossa la mobilità attiva, soprattutto nei percorsi casa scuola e casa-lavoro.

Sul fronte del riscaldamento civile sono previste dal piano d'azione misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa ma anche limitazioni all'utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio e la qualificazione degli installatori di impianti alimentati a fonti rinnovabili.

Dal piano, infine, si ribadisce "la necessità dell'uscita dal carbone, prevista dall'Italia nel 2025, con un'accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione", conclude il ministero dell'Ambiente.