COLPA DELLA CO2

Aumenta l'acidità degli oceani e a rimetterci sono coralli e molluschi

L'Artico sarà inospitale nel 2020 e totalmente ostile nel 2100

15 Nov 2013 - 18:56
 ©  Afp

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Le acque oceaniche sono sempre più acide. Un fenomeno che mette a rischio la fauna marina, soprattutto coralli e molluschi. A lanciare l'allarme sullo stato di salute dei mari è un rapporto dell'International Biosphere-Geosphere Programme che sarà presentato in occasione della Conferenza internazionale sul clima di Varsavia.

Ritmo accelerato - Lo studio ha riunito in California più di 500 esperti mondiali del settore. Dai risultati è emerso che gli oceani stanno diventando acidi a un "ritmo senza precedenti" che potrebbe causare l'inacidimento più rapido degli ultimi 300 milioni di anni. Solamente entro il 2100, secondo gli scienziati, si potrebbe registrare un aumento del 170% rispetto ai livelli attuali.

Fauna in pericolo - Un dato che pone non pochi problemi per la biodiversità: è stato stimato che circa il 30% delle specie oceaniche avrebbe poche probabilità di sopravvivere in queste condizioni, tra queste anche il corallo. Causa principale di un tale peggioramento è da attribuire secondo i ricercatori "con alto livello di sicurezza" alle emissioni di CO2 prodotte delle attività umane che ogni giorno aggiungono 24 milioni di tonnellate di anidride carbonica agli oceani.

Artico inospitale - L'inquinamento ha alterato la chimica delle acque producendo effetti maggiori soprattutto per Artico e Antartico, perché le acque ghiacciate trattengono più CO2 rispetto agli altri mari. I ricercatori affermano che il 10% del Polo Nord, in particolare, entro il 2020 sarà inospitale per le specie che costruiscono i loro gusci e conchiglie con il carbonato di calcio. Il Mar Glaciale Artico diventerà un "ambiente ostile" entro il 2100.

Perdite economiche - Gli autori avvertono che l'impatto economico sulle perdite di acquacoltura "potrebbe essere enorme": con gli attuali tassi, il costo globale del calo di molluschi potrebbe raggiungere i 130 miliardi di dollari entro il 2100.

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