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Più di settanta delfini morti quest'anno

Una app per smartphone potrà contribuire a salvare i mammiferi

Ufficio stampa

Da inizio 2013, sale a 77 il totale degli spiaggiamenti di esemplari di delfini "stenella striata" (stenella coeruleoalba) registrato dalla Rete nazionale spiaggiamenti mammiferi nel Tirreno. Il network è stato creato e coordinato dai ministeri dell'Ambiente e della Salute. Un aiuto all'individuazione dei mammiferi potrebbe arrivare da una piattaforma open source, "MaMaS", che si basa sull'utilizzo di cellulari per comunicare in tempo reale.

"Animali infestati da parassiti" - Secondo il rapporto provvisorio elaborato nei giorni scorsi dalla Rete, “il 50% delle stenelle finora esaminate (12 su 24) è risultato infetto dal virus del morbillo (dolphin morbillivirus), responsabile in passato di due gravi epidemie nel Mediterraneo (tra il 1990 e il 1992 e tra il 2006 e il 2008) e di altri episodi analoghi nel resto del mondo - si legge nella nota - E' stata anche evidenziata la capacità del virus di infettare altre specie di mammiferi acquatici”. Inoltre, su circa il 60% degli esemplari esaminati (20 su 32) è stato isolato “il batterio photobacterium damselae, responsabile di sindromi emolitiche ed emorragiche. Il ruolo di questo agente nell'anomalia in corso rimane tuttavia ancora da comprendere”.

In generale - osserva il ministero nella nota - “tutti gli animali si sono presentati fortemente infestati da parassiti, indice di un quadro immunitario compromesso in modo significativo. Tra le ragioni possibili, oltre al morbillivirus o altri agenti biologici, anche agenti inquinanti organici che si accumulano nei tessuti dei cetacei e che possono alterarne la risposta immunitaria.

Inquinamento ma non solo - Si tende comunque a escludere episodi di tossicità acuta dovuta all'inquinamento, poiché una circostanza di questo tipo avrebbe danneggiato più specie e tutte nello stesso momento”. Dopo più di un mese dall'inizio dell'anomala moria di stenelle lungo le coste del Tirreno - prevalentemente in Toscana, Lazio, Calabria, Sicilia e Campania - per comprendere meglio la natura di questo fenomeno dovranno essere fatte nell'arco di un mese altre analisi i cui esiti saranno confrontati con quelli di altre ricerche, in particolare con le indagini genetiche per lo studio di popolazione di stenelle e quelli relativi ai fattori meteo-marini.

Tutti possono dare una mano -
Il programma per salvare gli animali è stato realizzato dalla Fondazione Cima (Centro internazionale di ricerca sul monitoraggio ambientale con sede a Savona). Tramite il proprio smartphone si invia una segnalazione, si viene geolocalizzati e i dati vengono raccolti da un "cervellone" centrale che provvede all'intervento di soccorso dei delfini.

Aurelie Moulins, ricercatore della fondazione, spiega: "La sua filosofia si basa sul “crowdsourcing”, ovvero la combinazione di attivismo sociale, citizen journalism e informazione geospaziale. I cittadini diventano sentinelle per la raccolta dati e sono responsabilizzati sui comportamenti da tenere per la tutela dell'ambiente".

Informazioni più precise grazie alla tecnologia - Spesso a segnalare la presenza di un animale in difficoltà o di una carcassa lungo la costa è proprio il cittadino. L'allerta viene allora gestita in accordo con i protocolli previsti dalla rete spiaggiamenti ma può capitare che sfugga alla vigilanza delle autorità di competenza. MaMaS consente anche di verificare l'identificazione della specie grazie alla possibilità di allegare foto e video.