FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Il rosmarino cresce all'università

Al Politecnico di Milano il primo orto in un ateneo italiano. Messo su con lʼaiuto concreto degli abitanti del quartiere. Tgcom24 è stato lì per raccontarvi questʼesperienza di verde partecipato

Margherita ha 15 mesi e si sporca la manina con la terra sotto la supervisione di mamma Anna. Margherita e Anna vivono in via Morgan, alla periferia di Milano nel quartiere Bovisa. Non sono in campagna ma nel nuovo orto del Campus del Politecnico.
"Coltivando" è uno spazio per far crescere gli ortaggi nell'università. É stato aperto al quartiere sabato scorso nell'ambito dell'evento “C'è spazio per tutti” dedicato a vari aspetti della sostenibilità e Tgcom 24 c'è stato per raccontarvelo.
Si tratta del primo orto conviviale all'interno di un'università italiana dopo gli esempi internazionali dell'Harvard Community Garden e della Yale Organic Farm negli Stati Uniti. Sperimentato durante il corso di "Temporary urban solutions" tenuto da Davide Fassi con Liat Rogel.

Un campus "riusato"

Anche questa sede dell'ateneo è frutto di riuso architettonico. Davide Fassi spiega: "Parte degli edifici del campus sono gli ex stabilimenti della Ceretti Tanfani, una fabbrica di teleferiche e nastri trasportatori che ha chiuso la sede più di trent'anni fa".
Fassi aggiunge: "Per coinvolgere il quartiere abbiamo puntato sull'affezione al luogo, molti abitanti del quartiere lavoravano qui anni fa". Ci sono gli anziani, le famiglie, gli studenti ma mancano gli adolescenti.
Liat Rogel spiega: "I ragazzi dei licei sono più difficili da coinvolgere ma dall'anno prossimo penseremo a qualche iniziativa anche per loro. Al momento abbiamo pubblicizzato l'evento nei mercati e nelle scuole primarie".

Un verde partecipato e non delegato

Sono state piantumate essenze come rosmarino, salvia, timo ma anche ortaggi di stagione come cavoli, porri, finocchi e alberi da frutto.
"Mio figlio mangerà questi finocchi" dice Sonia, la mamma di Michele. I due abitano nel quartiere e si sono dati da fare a trasportare secchi pieni di terreno per dare una mano. Sonia aggiunge: "Ho portato Michele qua proprio perché capisca come un impegno protratto nel tempo possa dare risultati e perché apprezzi il valore della collaborazione".
Sonia Zanzi, una studentessa che ha dedicato una tesi al tema dell'orto comunitario, spiega: "Lo spirito è proprio aprire l'università al quartiere, creare un'interazione. Alcune persone non sanno che quello dell'università è uno spazio pubblico. Poiché un orto va mantenuto, raccogliamo le adesioni per chi se ne vuole occupare nei week end".
Alessandro invece ha scritto una tesi sull'agricoltura diffusa e urbana e dice: "Decidere di trasformare un angolo di una città industriale in un orto ha il sapore di un ritorno al passato".
D'accordo Francesco Radino, agricoltore e fotografo del quartiere che dice: "Abito a cento metri da qui e vorrei una città rinata dal punto di vista etico e sociale. Mi piace l'idea che gli spazi pubblici vadano condivisi e l'esperienza della produzione del cibo. Un verde partecipato e non delegato si sente come proprio".

Una piantina souvenir

Chi ha partecipato alla giornata ha avuto in regalo una piantina di rosmarino, salvia e menta. Serena aiuta chi ha partecipato ad avvolgere la piccola pianta in un sacchettino di iuta e dice: "Il valore di quest'iniziativa sta anche nel piacere di lasciare un ricordo che cresca nelle case di chi è stato qui".

Non solo orto L'iniziativa "C'è spazio per tutti" non si è limitata all'orto. È stato realizzato anche un laboratorio di maglia e cucito.
Rosangela Tolusso, che abita a Bovisa da decenni spiega: "É un quartiere che non offre molto per gli anziani. Oggi ho rammendato qualche capo portato dagli studenti e sto insegnando a qualche ragazza a fare la maglia". Gli studenti hanno ricreato una situazione "casalinga" portando tè e biscotti e la partecipazione è stata ampia. Liat spiega: "Questo laboratorio è stato creato per generare uno scambio di competenze tra le anziane che fin dalla più tenera età venivano avviate alle attività di cucito e maglia e gli studenti".
Inoltre, è stata creata una zona per il book crossing, lo scambio di libri. In un'area del Campus è stato possibile appendere il proprio libro e portarne via uno nuovo. In cambio di un pensiero sull'iniziativa.