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Elezioni, scontro tra Chiara Ferragni e Fratelli d'Italia sul tema dell'aborto

L'influencer condivide un post in cui si dice che con FdI abortire rischia di diventare impossibile, come nelle Marche. La risposta: "Interruzioni volontarie di gravidanza nel 92,9% delle strutture della regione"

Ansa

Botta e risposta tra Chiara Ferragni e Fratelli d'Italia sul tema dell'aborto.

L'influencer ha attaccato il partito di Giorgia Meloni condividendo un post in cui si dice che "ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa". Una politica, si legge, "che rischia di diventare nazionale se la destra dovesse vincere le elezioni". Immediata la risposta di FdI: "Se la stampa e le influencer vogliono occuparsi seriamente dell'aborto nella regione Marche, dovrebbero informarsi sulla base dei dati e consultare le relazioni annuali al Parlamento sulla legge 194".

 

"Il tempo di agire" - In una storia su Instagram con la foto di una sala operatoria, la Ferragni ha scritto che "ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano". L'attacco delle celebre influencer arriva a meno di 24 ore dall'avvio della campagna elettorale di Giorgia Meloni ad Ancona, dove è stata rilanciata l'idea del "modello Marche" (regione guidata dal 2020 da Francesco Acquaroli di Fdi) per vincere e governare l'Italia.

 

Instagram

 

La risposta del partito - La replica del partito è stata affidata a Isabella Rauti, responsabile del dipartimento famiglia di Fratelli d'Italia, ed Eugenia Roccella, candidata nelle liste di Fratelli d'Italia. Entrambe hanno invitato la Ferragni a "informarsi sulla base dei dati". Secondo loro, dall'ultima relazione annuale al Parlamento "si evince che nelle Marche l'offerta del cosiddetto servizio di interruzione volontaria di gravidanza è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie mentre la media italiana è del 62%". 

 

Il numero di aborti - Rauti e Roccella aggiungono poi che "per quanto riguarda gli obiettori, il numero di aborti a carico dei medici non obiettori è 0,8 aborti a settimana, non sembra quindi che l'obiezione di coscienza, diritto civile previsto dalla legge 194, sia un ostacolo". Secondo la deputata Lucia Albano, inoltre, "nelle Marche, la situazione è esattamente la stessa di due anni fa, quando la Regione era a guida Pd". 

 

Il sostegno di "Non una di meno" - Chiara Ferragni ha incassato il sostegno di Alessia Morani, deputata marchigiana del pd, che l'ha invitata nelle Marche. In accordo con l'imprenditrice anche le femministe di "Non una di meno", che hanno manifestato davanti alla Regione il 21 settembre 2021, Giornata Internazionale dell'Aborto sicuro. "E' una situazione che denunciamo da anni, da quando c'era il governo di centrosinistra e che negli ultimi due anni, con il governo di centrodestra, si è ulteriormente accentuata", ha spiegato l'attivista Marte Manca, che stima l'obiezione di coscienza, a seconda delle strutture ospedaliere, "tra il 70% e il 100%". 

 

La questione della Ru486 nelle Marche - Il movimento femminista "Non una di meno" torna anche alla carica sulla "mancata applicazione delle linee di indirizzo ministeriali per la Ru486, non recepite nelle Marche", dove la pillola abortiva non viene somministrata nei consultori. Una scelta accompagnata da proteste e polemiche all'inizio del 2021, soprattutto quando il capogruppo di Fdi in Consiglio regionale parlò di "sostituzione etnica" e definì quella per l'aborto "una battaglia di retroguardia". 

 

Washington, dopo la sentenza contro l'aborto in piazza chi protesta e chi esulta

Non solo le associazioni femministe e per i diritti umani sono scese in piazza dopo la sentenza della Corte Suprema Usa che di fatto rende possibile il divieto all'aborto per i singoli Stati della federazione. Anche le associazioni "pro vita" sono davanti alla Corte per esultare in quella che è una decisione che spacca in due l'opinione pubblica americana.

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