L’iniziativa

Violenza economica, il report della GLT Foundation: il ruolo dell'educazione per contrastarla

I risultati dell’indagine sono stati presentati durante l’evento della fondazione, nata per diffondere educazione finanziaria contro la violenza economica

16 Nov 2025 - 09:00
 © Ufficio stampa

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Si è tenuto mercoledì 12 novembre l’evento annuale della GLT Foundation, l’ente presieduto da Claudia Segre e nato nel 2016 per diffondere l'educazione finanziaria e digitale con il fine di contrastare la violenza economica e promuovere l'inclusione sociale delle fasce più deboli. Nel corso dell’incontro si è parlato di salute finanziaria, di contratto sociale e di "green jobs". Inoltre è stato fornito l’esito del sondaggio del 2025 sulla violenza economica, realizzato dal ThinkTank Empower Your Life. Dalla ricerca - basata su 696 risposte fornite  da partecipanti ai corsi della fondazione nel primo semestre del 2025 - e emerso come il 22,5% degli intervistati abbia dichiarato di ignorare il significato di ‘violenza economica’, mentre il 2,8% non la considera una forma di violenza. La maggioranza invece (il 62,4%) ritiene che dovrebbe essere riconosciuta come reato, a certificare una crescente sensibilità verso il tema. 

Cosa è emerso

 Dall’indagine emerge poi che il 12,2% delle persone intervistate abbia vissuto direttamente situazioni di violenza economica, con una distribuzione omogenea tra le diverse aree geografiche del Paese. Le vittime sono in netta prevalenza donne (85,5%), spesso con figli e con un livello di istruzione inferiore alla media. Si tratta di un fenomeno particolarmente grave, poiché mina profondamente la libertà, l’autonomia e il benessere delle vittime. La violenza economica, che come emerso anche dalla ricerca colpisce soprattutto le donne, viene contestualizzata come mezzo di controllo coercitivo all’interno delle relazioni intime, con l’obiettivo di mantenere una posizione di dominio sulla vittima. 

I fattori protettivi

 Osservando poi i dati emersi per quanto concerne l’indipendenza economica, dall’analisi emerge come nel Centro Italia, il livello di indipendenza sia pari al 75,7%, risultando inferiore rispetto al Sud (81,1%) e al Nord. Al contempo però il Sud mostra il livello più elevato di stress finanziario (63,4%), seguito dal Centro (56,1%) e dal Nord (52%). Invece il livello di istruzione risulta essere un fattore protettivo rispetto al rischio di violenza economica. I dati mostrano infatti una diminuzione progressiva della probabilità di subire questo tipo di abuso con l’aumentare del titolo di studio: il 25% tra chi possiede la licenza media, il 12,1% tra chi ha il diploma e il 10,9% tra le persone laureati. Inoltre insieme al titolo di studio cresce l’indipendenza economica: raggiunge infatti l’84,4% tra i laureati, accompagnata da una maggiore capacità di gestione autonoma del denaro (dal 90% al 96,4%). Infine, il 67,6% degli intervistati considera l’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici una misura fondamentale di prevenzione.