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Ue, Draghi: nel 2015 crescerà dellʼ1,5% "Grecia, serve prospettiva credibile"

"Con lʼuscita di Atene entreremmo in una terra ignota", ha affermato il presidente della Bce ricordando i 223 miliardi di debiti del Paese.

mario draghi bce
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"La ripresa procede a un passo moderato ma dovrebbe ampliarsi". Lo ha annunciato il presidente della Bce, Mario Draghi, in audizione alla Commissione Economico finanziaria del Parlamento europeo. Secondo Draghi, "le proiezioni sono per una crescita dell'1,5% nel 2015, dell'1,8% nel 2016 e del 2,0% nel 2017". "Ci aspettiamo che l'inflazione resterà bassa nei mesi a venire", ha poi aggiunto.

Per quanto riguarda la situazione greca, affinché la Bce riveda il tetto agli acquisti di T-bills greci "ci dovrebbe essere una credibile prospettiva di una positiva conclusione della corrente revisione" del programma e la sua "conseguente messa in atto, che implicherebbe il pagamento dei fondi da parte dei Paesi dell'Eurozona", ha spiegato il presidente dell'Eurotower.

Con l'uscita di Atene dall'euro, "entreremmo in un terreno ignoto", perché se anche dopo le ultime riforme del sistema finanziario ci sono strumenti per gestire la situazione nel breve, "nel medio lungo periodo quali sarebbero le conseguenze per l'Ue? Questo non siamo in grado di prevederlo".

"La situazione economica in Grecia è drammatica" ma "non è responsabilità dell'Eurozona o delle istituzioni europee", ha spiegato ricordando i 223 miliardi di prestiti bi e multilaterali, "più l'Ela", "più i soldi del Fmi", "più l'haircut del 53,3%". "Al momento non possiamo fare previsioni o immaginare le conseguenze a lungo termine" di un Grexit.