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Telefonia, dall'Agcom via libera ai rincari legati all'inflazione (ma con dei paletti)

I contratti telefonici potranno avere incrementi automatici legati all’inflazione o persino superiori, ma con regole a tutela degli utenti

Telefonia, dall'Agcom via libera ai rincari legati all'inflazione (ma con dei paletti) - foto 1
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L'Agcom fissa nuove regole per tutelare i consumatori dai rincari dei contratti telefonici legati all'inflazione.

La nuova delibera modifica totalmente le norme che disciplinano i contratti tra operatori e utenti. I rincari saranno inevitabili e scatteranno in automatico ogni anno a partire dall'aprile del 2024, ma seguendo le nuove regole.

Le principali novità

 L'aumento delle tariffe si baserà sull’indice ufficiale dell’Inflazione. Gli utenti possono però opporsi a tali rincari, poiché dovranno dare il loro consenso esplicito. Questo vale per tutti i contratti che non prevedevano in partenza questo rincaro automatico. Viceversa, se l'utente non dà il suo assenso, restano in vigore le condizioni contrattuali già previste. Ne deriva – come scrive Agcom – che sono nulli tutti i rincari automatici che alcuni operatori già da qualche mese cominciavano a inserire nei contratti imponendoli agli utenti (quindi senza ottenere da loro il consenso). Gli operatori, avranno quindi due possibilità, legare le tariffe all’inflazione misurata da un indice ufficiale (l’Indice Nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati senza i tabacchi), oppure applicare soglie minime, rincari extra oltre l’inflazione o altre regole.

Le tutele per i consumatori

 L’operatore può applicare rincari legati all’inflazione solo dopo dodici mesi dalla stipula del contratto. Deve seguire fedelmente l’indice di inflazione, garantendo una riduzione delle tariffe in caso di deflazione. Inoltre, gli utenti hanno il diritto di recedere gratuitamente in risposta a rincari “personalizzati”. Gli operatori sono inoltre tenuti a fornire informazioni chiare e dettagliate prima della conclusione del contratto. In particolare, le informazioni sulla presenza di eventuali clausole di indicizzazione vanno incluse nella descrizione delle offerte commerciali sia sui supporti fisici che su quelli digitali e fornire una sintesi delle condizioni contrattuali con i dettagli più rilevanti. L'operatore, in particolare, deve inserire una tabella, visibile nella descrizione principale del prezzo dell'offerta, con gli incrementi del canone per i seguenti indici di inflazione: 2%, 3%, 4%, 5%, 6%, 7%. Infine, dopo 24 mesi dalla stipula, non saranno dovuti costi di disdetta agli operatori nei nuovi contratti.

Il commento di Agcom

 “Si tratta di un provvedimento senza precedenti che tutela tutti i consumatori rispetto alle condizioni contrattuali che gli operatori applicano ai servizi di telefonia e internet, e che darà il massimo delle garanzie a partire da un accesso chiaro ed esaustivo alle informazioni utili per la stipula dei contratti – commenta la commissaria Elisa Giomi, relatrice – Gli utenti saranno finalmente al riparo dagli aumenti automatici dovuti all’inflazione e dai costi di recesso quando si vuole cambiare operatore. Una misura sociale di sistema quindi che segna un avanzamento importante nella realizzazione del circuito virtuoso tra consumatori e imprese, come è nei compiti dell’Autorità”.

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