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Sulle Pmi italiane si può scommettere La riscossa parte da Expo 2015

Intesa Sanpaolo investe sulle piccole e medie imprese del nostro Paese. E regala a 400 realtà dʼeccellenza una vetrina allʼEsposizione universale

Stefano Barrese Intesa Sanpaolo storie d'impresa
agenzia

C'è un'Italia che funziona.

Un'Italia che non si arrende e che, con costanza e parecchi sacrifici, prova a ritagliarsi un posto nel futuro. Imprenditori

capaci e caparbi

che investono anche quando di soldi ce n'è pochi; imprese che sconfiggono la spietata concorrenza mischiando sapientemente

tradizione e innovazione

. Realtà a cui Intesa Sanpaolo, per favorire l'internazionalizzazione, ha deciso di

regalare uno spazio espositivo

nel proprio padiglione, The Waterstone, a Expo 2015.

Stefano Barrese

è il responsabile dell'Area Sales e Marketing Divisione Banca dei Territori del gruppo Intesa Sanpaolo. Lo incontriamo proprio all'interno del bianco padiglione da 6.370 scandole, affacciato sul Decumano, progettato dall'architetto Michele De Lucchi.

Intesa Sanpaolo è protagonista a Expo con un padiglione tutto suo. Come mai?


"Il nostro padiglione testimonia in modo concreto quanto Intesa Sanpaolo creda in Expo 2015 e nel nostro Paese. La scelta è stata fatta qualche anno fa, quando non c'era all'orizzonte alcun segnale di ripresa economica. Stiamo parlando di un investimento di oltre 40 milioni di euro, dimostrazione di quanto l'istituto abbia deciso di scommettere, per l'ennesima volta, sull'Italia".

All'interno di The Waterstone ampio spazio è dedicato alle imprese italiane. Perché?


"Abbiamo deciso di dare spazio alle imprese perché, altrimenti, le Pmi non ne avrebbero avuto. L'Esposizione universale è uno spazio per i Paesi e per le grandi imprese. Attraverso il nostro padiglione diamo l'opportunità a 400 imprese, attraverso l'iniziativa 'Ecco la mia impresa', di mostrarsi al mondo mettendo così in evidenza l'eccellenza del Made in Italy nei settori food, fashion, design e hospitality".

Il Made in Italy ha ancora appeal nel mondo?


"Il Made in Italy ha un grande appeal nel mondo. A noi piace definirci la banca del Made in Italy e possiamo dire con certezza che nel mondo c'è voglia di Made in Italy e c'è voglia di Italia".

Le Pmi sono davvero in grado, oggi, di competere con i giganti?


"Le piccole e medie imprese possono giocarsi la partita anche contro i giganti ma devono avere l'opportunità di andare all'estero. L'internazionalizzazione è fondamentale e, se realizzata, le Pmi possono tornare a essere, come in passato, l'elemento di propulsione di questo Paese".

Dopo una crisi così lunga si può ancora avere la forza e il coraggio per investire?


"I piccoli e medi imprenditori ha avuto il coraggio di investire anche negli anni più bui della crisi. Le imprese che ce l'hanno fatta, e in particolare tutte quelle che ospitiamo qui a Expo, negli anni della crisi hanno moltiplicato la loro presenza all'estero anche in termini di fatturato. Nei prossimi anni bisognerà condurre tutte la piccola e media impresa sui mercati internazionali. Questa è la vera sfida del Paese".

Expo 2015 può rappresentare il rilancio dell'Italia?


"Noi crediamo fin dal primo giorno in Expo. Sicuramente i gufi non ci credevano. Ma basta girare all'interno dello spazio espositivo per rendersi conto che Expo è un grande successo. Sicuramente, nel 2015, è l'unico motore certo dell'economia italiana".