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Licenziamenti, Cgil e Cisl: "Prorogare lo stop fino a termine emergenza" | Uilm: "No aumenti salari ma blocco di tre anni"

Cresce la preoccupazione in vista della scadenza del divieto di licenziare: a rischio un milione di posti. Patuanelli ribadisce: "Impossibile proroga del blocco, stiamo individuando gli strumenti per non far licenziare, ma senza obblighi"

"Non è pensabile un ulteriore blocco dei licenziamenti". Le parole del ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, hanno spaventato il mondo dei lavoratori. Quel che accadrà dal 1 gennaio 2021 è difficile immaginarlo, un milione di occupati è a rischioRocco Palombella, segretario generale Uilm, ha avanzato una proposta: "Siamo disposti a sacrificare, nuovamente, gli aumenti salariali, ma nessun licenziamento nei prossimi 3 anni".

Spesso bisogna scegliere il male minore. In piena pandemia da coronavirus, con la crisi economica che l'Italia sta affrontando, la certezza del posto di lavoro è l'obiettivo più importante da centrare. Lo sa bene Palombella che ha avanzato una proposta al governo: "I ministri si dovrebbero interessare di risolvere le centinaia di crisi industriali che rischiano di far perdere decine di migliaia di posti. Dal rinnovo dei metalmeccanici dipende quello di 10 milioni di lavoratori che hanno il contratto scaduto. Noi samo disposti a sacrificare, nuovamente, gli aumenti salariali a una condizione: nessun licenziamento nei prossimi tre anni".

 

Cisl: "Non bloccare i licenziamenti sarebbe un dramma" - Nessuna moneta di scambio, ma un fermo no alla mancata proroga del blocco dei licenziamenti, è arrivato invece dalla Cisl, che ha definito "inaccettabile" l'interruzione del blocco stesso perché "significherebbe un dramma sociale". Secondo il numero due del sindacato, Luigi Sbarra, le affermazioni di Patuanelli sono "sbagliate e preoccupanti. L'emergenza sanitaria, economica e sociale continua a colpire duramente tutti i settori produttivi del paese. Procedere in questo modo significherebbe aggravare ulteriormente le condizioni di tantissime persone e famiglie, con ripercussioni esiziali anche sulla domanda interna".

 

Cgil: "Subito lo stop ai licenziamenti fino al termine dell'emergenza" - Per la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, bisognerebbe prorogare lo stop ai licenziamenti ancora a lungo. "La crisi epidemiologica, come dimostrano i dati di questi giorni, è purtroppo lontana dall'essere finita. La tenuta dei redditi e la stabilità dell'occupazione sono le precondizioni per qualsiasi fase di ripresa e di ripartenza del Paese. Per questo è indispensabile dare continuità alle importanti misure di protezione sociale definite nei mesi scorsi con i decreti Cura Italia, Rilancio e Agosto. I lavoratori e le lavoratrici che hanno sorretto il Paese in questi mesi meritano certezze e risposte alla loro condizione". Allungare gli ammortizzatori sociali Covid e mantenere il blocco dei licenziamenti "sono decisioni che devono essere prese subito, fino a tutto lo stato di emergenza".

 

"Non si può pensare - ha concluso Scacchetti - che in una situazione occupazionale già fortemente compromessa prima del Covid la libertà di licenziamento sia decisiva per la ripartenza dell'economia. E in questo senso preoccupano le dichiarazioni del ministro Patuanelli. Una situazione straordinaria merita risposte straordinarie e anche un forte senso di coesione e di responsabilità collettive".

 

Patuanelli ribadisce: "Il blocco dei licenziamenti non può essere prorogato" - Stretto com'è tra il mondo delle imprese e quello dei lavoratori, il ministro dello Sviluppo Economia, Stefano Patuanelli, a margine dell'evento al Talen Garden, ha ribadito di ritenere che "il percorso fatto fino adesso, con Cig e blocco dei licenziamenti, non possa essere prorogato ancora". Il ministro ha aggiunto: "Non credo che rimandare significhi risolvere il problema dei disoccupati. Stiamo individuando gli strumenti per non far licenziare, ma non per obbligare a non licenziare".

 

Si studia blocco dei licenziamenti legato a proroga della Cig Prorogare il blocco dei licenziamenti per le aziende che useranno la cassa Covid o la decontribuzione alternativa alla Cig. E' l'ipotesi cui sta lavorando il governo in vista della Manovra. Le nuove settimane di cassa integrazione d'emergenza saranno "retroattive" per fare in modo che nessuno resti senza ammortizzatori da metà novembre, quando chi l'ha utilizzata in modo continuativo avrà esaurito le settimane attualmente a disposizione (18+18).

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