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Save The Children: con l'emergenza coronavirus sono aumentati i bambini in difficoltà

Secondo il rapporto dellʼOng, "Riscriviamo il Futuro", tra i bambini tra gli 8 e gli 11 anni, "quasi 1 su 10" non segue mai le lezioni a distanza o lo fa meno di una volta a settimana

save the children

Secondo dati diffusi da Save The Children, "quasi 1 genitore su 7" tra quelli in condizioni socio-economiche più fragili, pari al 14,8%, ha perso il lavoro per via dell'emergenza Covid-19, oltre la metà lo ha perso temporaneamente. Un milione di bambini in più sarebbe a rischio povertà.  "Circa 1 minore su 5" inoltre ha più difficoltà a fare i compiti rispetto al passato e, tra i bambini quasi 1 su 10" non segue mai le lezioni a distanza.

Il rapporto "Riscriviamo il Futuro. L'impatto del coronavirus sulla povertà educativa" include un sondaggio "L'infanzia in isolamento", realizzato dal 22 al 27 aprile on line, per Save the Children dall'istituto di ricerca 40 dB su un campione di oltre 1.000 bambini e ragazzi tra gli 8 e i 17 anni e i loro genitori, che include un 39,9% del totale che si trova in condizioni precarie economicamente anche a causa della crisi dovuta al coronavirus.

 

Un milione di bambini in più a rischio povertà Dei circa 9,5 milioni di lavoratori che nel mese di marzo non hanno potuto lavorare, 3,7 milioni vivono in famiglie monoreddito, di cui la metà con figli a carico, dove pertanto è venuta a mancare l'unica entrata economica. Un impatto travolgente per il quale, sottolinea il rapporto di Save the Children, 1 milione di bambini in più oggi rischiano di scivolare nella povertà assoluta, andandosi così ad aggiungere agli attuali 1,2 milioni di minori attualmente certificati in condizioni di povertà assoluta ed innalzando la percentuale dall'attuale 12% sino al 20%. 

 

Riduzioni di stipendio e paura per il futuro Dall'indagine emerge, inoltre, che più di 6 genitori su 10 stanno facendo i conti con una riduzione temporanea dello stipendio (compresi quanti sono in cassa integrazione o in congedo parentale) tanto che rispetto a prima del lockdown la percentuale di nuclei familiari in condizione di vulnerabilità socio-economica che beneficia di aiuti statali è quasi raddoppiata, passando dal 18,6% al 32,3%. Si tratta di genitori che, nel 44% dei casi, sono preoccupati di non poter tornare al lavoro o cercarne uno perché i figli non vanno a scuola e non saprebbero a chi lasciarli.
 

I figli e la scuola Sempre dalla ricerca risulta che "circa 1 genitore su 20" ha paura che i figli debbano ripetere l'anno, nonostante le disposizioni ministeriali lo vietino, o che possano lasciare la scuola, dati che tra le famiglie in maggiori difficoltà economica, passano rispettivamente a quasi 1 su 10 e 1 su 12. Quasi la metà delle famiglie con maggiori fragilità (45,2%) vorrebbe "le scuole aperte tutto il giorno con attività extrascolastiche e supporto alle famiglie in difficoltà", opzione che comunque è gradita dal 39,1% dei genitori intervistati. Mentre sei genitori su dieci (60,3%) ritengono che i propri figli avranno bisogno di supporto quando torneranno a scuola vista la perdita di apprendimento degli ultimi mesi.

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