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Nuovo governo, flat tax per le partite Iva a rischio: cosa succede se l'aboliscono?

Il regime forfettario introdotto lʼanno scorso per chi ha un reddito entro i 65mila euro potrebbe essere cancellato. Ecco come comportarsi

Nuovo governo, flat tax per le partite Iva a rischio: cosa succede se l'aboliscono? - foto 1
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Nuovo governo, nuova politica fiscale.

Con la Lega fuori dalla compagine governativa cambia anche la direzione da intraprendere in materia di tasse. Senza contare che la prossima manovra avrà come primo compito quello di trovare 23 miliardi per scongiurare l'aumento Iva. E così se la flat tax sull'Irpef, bandiera leghista, scompare dall'orizzonte, anche il regime forfettario introdotto l'anno scorso per le partite Iva potrebbe essere toccato.

Ancora non c'è nulla di concreto all'orizzonte, ma qualche ipotesi inizia a circolare. Allora meglio farsi trovare pronti all'occorrenza. "I regimi hanno validità annuale - spiega Antonio Canu, consigliere dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano -, e le norme non possono essere retroattive. Quindi anche in caso di abolizione del regime forfettario, chi vi ha aderito pagherà le tasse della prossima dichiarazione dei redditi secondo quel regime, e nel 2020 rientrerà nelle aliquote ordinarie".

Sono due i regimi di cui si parla. Quello entrato in vigore l'anno scorso, per partite Iva con un reddito entro i 65mila euro, per le quali è prevista una tassa forfettaria del 15% (5% per chi avvia un'attività), e un secondo, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2020, che riguarda chi ha ricavi compresi tra 65mila e 100mila euro, per cui la tassa sarebbe del 20%. "Questo secondo scaglione, non essendo entrato ancora in vigore è quello più a rischio - spiega il dottor Canu -. Bisogna considerare che il futuro governo dovrà cercare risorse importanti per sterilizzare l'Iva". 

Ma in caso di abolizione cosa accadrebbe? "Per i 410mila contribuenti che hanno aderito al regime entro i 65mila euro ci sarebbero conseguenze sensibili - avverte Canu -. Non bisogna dimenticare che il regime oltre all'aliquota agevolata ha eliminato una serie di adempimenti e consente di evitare l'obbligo della fatturazione elettronica. Gli eventuali costi di una cancellazione del regime agevolato si riverberebbero sugli utenti". Con quali conseguenze? "Il regime era stato introdotto anche per aiutare i giovani che devono aprire una partita Iva per poter fare un lavoro, e anche per spingere molti a uscire dal sommerso. Quindi il rischio è che in buona parte sarebbero scoraggiati dal tenere aperta una partita Iva e qualcuno potrebbe persino decidere entrare, o rientrare, nel sommerso".

Ma nell'ottica di dover cercare risorse da impiegare per una manovra economica importante, l'abolizione del regime forfettario sarebbe davvero utile? "Il vantaggio per le entrate sabbe modesto - spiega Antonio Canu -, anche perché non a tutti conviene aderirvi. In quanto a fronte di un evidente vantaggio sul fronte dell'aliquota Irpef, c'è però il contrappeso dell'abolizione pressoché totale di detrazioni".