Infortuni sul lavoro, in 4 mesi all'Inail 264 denunce di morti
In crescita anche le patologie di origine professionale, che sono state 23.869 (+23,8%)
Le denunce di infortuni sul lavoro presentate all'Inail per i primi quattro mesi del 2023 sono state 187.324, con un calo del 26,4% sullo stesso periodo del 2022.
Aumentano invece dell'1,1% le denunce di infortuni mortali, che arrivano a quota 264. In crescita anche le patologie di origine professionale, che sono state 23.869 (+23,8%).
Nello specifico, nell'aprile di quest'anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -33,0% nella gestione Industria e servizi (dai 210.039 casi del 2022 ai 140.790 del 2023), un -0,2% in Agricoltura (da 7.946 a 7.930) e un +5,7% nel Conto Stato (da 36.508 a 38.604). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la Sanità e assistenza sociale (-77,2%), l'Amministrazione pubblica, che comprende l'attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-66,4%), e il Trasporto e magazzinaggio (-61,8%).
In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+23,7%) e dell'abbigliamento (+12,3%). L'analisi territoriale dell'Inail evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nelle Isole (-33,3%), seguite dal Sud (-32,9%), dal Nord-Ovest (-29,7%), dal Centro (-26,0%) e dal Nord-Est (-17,9%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e l'Abruzzo.
Il calo che emerge dal confronto dei primi quadrimestri del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -41,1% (da 115.567 a 68.072 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -14,2% (da 138.926 a 119.252). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-29,4%) sia quelli comunitari (-23,2%) ed extracomunitari (-5,8%). Dall'analisi per classi di età emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+20,3%) e, in minor misura, tra gli over 74 anni (+2,7%).
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