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Fmi: "L'Ue sia flessibile sugli aiuti di Stato alle banche"

Secondo il Fondo, lʼintervento pubblico può essere "giustificato" di fronte a potenziali crisi sistemiche. Ok ad Atlante per gestire i crediti deteriorati. La Brexit rallenta la crescita dellʼEurozona

Il Fondo monetario internazionale raccomanda all'Unione europea di applicare con "flessibilità" le regole sugli aiuti di Stato alle banche, quando di fronte a potenziali crisi sistemiche "l'intervento pubblico possa essere giustificato".

Nel rapporto annuale sull'Unione valutaria, l'Fmi interviene in tema di credito, mentre persistono le difficoltà per le banche, per il risanamento dei bilanci e per la gestione dei crediti deteriorati.

"Nelle situazioni sistemiche in cui l'intervento pubblico possa risultare giustificato le regole europee sugli aiuti di Stato andrebbero applicate con la flessibilità prevista - recita il rapporto dell'Fmi - riconoscendo che la corretta determinazione dei 'prezzi di mercato' risulta difficile senza un mercato che funzioni".

Fmi appoggia fondi come Atlante - Il Fondo monetario internazionale, inoltre, appoggia e incoraggia l'utilizzo di veicoli finanziari ad hoc per agevolare smaltimento e gestione dei crediti deteriorati nelle banche, esattamente come il fondo Atlante creato in Italia. "Possono giocare un ruolo cruciale nell'avviare i mercati" in cui smaltire queste poste di bilancio. Raccomanda anche che questi veicoli siano "aperti ala partecipazione estera, incluse le istituzioni pan europee che possono aiutare sui finanziamenti e sulla governance".

Ripresa Eurozona può deragliare, dopo Brexit più rischi - Secondo l'Fmi, la ripresa economica dell'area euro si è rafforzata di recente, ma al tempo stesso "i rischi di rallentamento sono aumentati". E il ritmo di espansione è destinato a decelerare, dall'1,6% di quest'anno all'1,4% nel 2017 "prevalentemente a causa dell'impatto negativo del referendum" sulla Brexit.

Ma ci sono anche altri fattori di rischio - "Un ulteriore rallentamento globale potrebbe tracimare e far deragliare la ripresa sostenuta dalla domanda interna. A livello interno i rischi sono prevalentemente politici - rileva il Fmi - ulteriori ricadute dalla situazione post referendum in Gran Bretagna, l'aumento dei rifugiati e gli ostacoli ai progressi su politiche e riforme".