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Ex Ilva, torna l'acciaio di Stato: siglato l'accordo tra ArcelorMittal e Invitalia

Lʼintesa prevede inoltre "il completo assorbimento, nellʼarco del piano, dei 10.700 lavoratori impegnati nello stabilimento". Il Mef entrerà al 50%, per poi salire al 60%

Torna lo Stato nella gestione delle acciaierie dell'ex Ilva. ArcelorMittal e Invitalia hanno firmato l'accordo che consente alla società controllata dal Mef di entrare al 50%, per poi salire al 60%, nella compagine azionaria della Am Investco, che ha in gestione gli impianti siderurgici in Italia. L'intesa prevede inoltre "il completo assorbimento, nell'arco del piano, dei 10.700 lavoratori impegnati nello stabilimento".

Piano di decarbonizzazione - Il passaggio del controllo dello stabilimento di Taranto prevede "un articolato piano di investimenti ambientali e industriali", si legge nella nota del ministero dell'Economia. Sarà tra l'altro avviato il processo di decarbonizzazione dello stabilimento, "con l'attivazione di un forno elettrico capace di produrre fino a 2,5 milioni di tonnellate l'anno".

 

"Verso la più grande acciaieria green d'Europa" - L'obiettivo del piano di investimenti nel Mezzogiorno d'Italia è di trasformare l'ex Ilva di Taranto nel "più grande impianto di produzione di acciaio 'green' in Europa".

 

Mef-Mise: "Meno inquinamento" - Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, hanno espresso soddisfazione per la firma dell'accordo, che prevede "un significativo impegno finanziario da parte dello Stato italiano e rappresenta un passo importante verso la decarbonizzazione dell'impianto di Taranto attraverso l'avvio della produzione di acciaio con processi meno inquinanti". Viene spiegato che "circa un terzo della produzione di acciaio avverrà con emissioni ridotte, grazie all'utilizzo del forno elettrico e di una tecnologia d'avanguardia, il cosiddetto preridotto".

 

Stato prima al 50%, poi al 60% - Il testo siglato dalle parti prevede inoltre un aumento di capitale di Am Investco per 400 milioni di euro, che darà a Invitalia il 50% dei diritti di voto della società. A maggio del 2022 è programmato, poi, un secondo aumento di capitale che sarà sottoscritto fino a 680 milioni da parte di Invitalia e fino a 70 milioni di parte di ArcelorMittal. Al termine dell'operazione Invitalia sarà l'azionista di maggioranza con il 60% del capitale, avendo ArcelorMittal il 40%.

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