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Eurozona in espansione, ma il quadro internazionale è ancora incerto

I dati confermano la ripresa dellʼattività produttiva, ma il rallentamento dei mercati emergenti e gli ultimi tragici eventi non vanno sottovalutati

lavoro economia fabbrica catena montaggio
lapresse

L'indice Pmi dell'Eurozona elaborato da Markit ha registrato a novembre un elevato ritmo di crescita, il più alto dalla metà del 2011.

Ciò confermerebbe il buon momento dell'attività delle imprese nell'area della moneta unica. Eppure non mancano dubbi: quali saranno le ripercussioni derivanti dal rallentamento delle economie emergenti e dagli ultimi, tragici eventi legati al terrorismo internazionale?

Per quanto riguarda il secondo aspetto, ancora è presto per decretare se ci sarà un impatto negativo sull'attività economica. Secondo quanto riferito da Markit, ad esempio, la metà delle risposte è stata raccolta prima degli attentati di Parigi. Allo stesso modo in Francia, dove il clima di fiducia delle imprese si attesta su livelli stabili a novembre (102 punti), la maggior parte delle interviste sono state effettuate dall'istituto di statistica francese prima del 13 novembre.

Sull'impatto del rallentamento degli emergenti, invece, una risposta interessante giunge dalla Germania. Il paese "locomotiva d'Europa", che aveva subito una frenata sia in termini di export che di produzione industriale, mostra nonostante tutto un rinnovato ottimismo. L'indice di fiducia delle imprese tedesche, infatti, è aumentato a 109 dai 108,2 punti rilevati a ottobre.

In sintesi l'indice Pmi composito dell'area euro di novembre ha raggiunto i 54,4 punti, in aumento rispetto al dato definitivo di ottobre che era stato di 53,9 punti. Ad ogni modo, nonostante il perdurare della fase di espansione, la ripresa resta debole e i prezzi continuano a calare, motivo per cui la Bce (Banca centrale europea) interverrà a breve con ulteriori misure di stimolo (l'obiettivo è riportare l'inflazione al 2%, come è prerogativa della Bce).

Finora, tanto in Italia quanto nell'Eurozona, gli interventi espansivi della Bce e la ripresa del ciclo produttivo, sostenuto da un miglioramento della domanda interna, hanno di fatto contenuto i rischi di instabilità. Ma il rallentamento delle economie emergenti (e in particolare proprio della Cina) non restituisce un quadro del tutto positivo, in attesa poi di conoscere le prossime mosse della Fed che dovrebbe introdurre un graduale rialzo dei tassi. Insomma, in questa fase, i rischi per le imprese dell'Eurozona potrebbero dipendere in larga misura dalle eventuali condizioni sfavorevoli degli scenari macroeconomici.