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Debito, lettera a Ue: via tagli al welfare, ma piano di revisione delle spese

Il ministro dellʼEconomia, Giovanni Tria, ha inviato alla Commissione europea la lettera di risposta ai rilievi sollevati sul debito

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Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha inviato alla Commissione europea la lettera di risposta ai rilievi sollevati sul debito.

"Il governo - si legge nel documento - sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie". Spariti, rispetto alle anticipazioni trapelate nel pomeriggio, i riferimenti ai tagli al welfare, a reddito di cittadinanza e a quota 100.

La lettera contiene i "fattori rilevanti" che dovrebbero servire a sventare l'apertura di una procedura di infrazione e la richiesta di manovre correttive, giustificando lo scostamento dei conti rispetto agli obiettivi concordati con la Ue.

"Disavanzo al di sotto delle previsioni" - Nella lettera si ribadisce, come già affermato da Tria, che il disavanzo 2019 "sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni" perché da un lato "l'andamento dell'economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del Programma di stabilità". In più "le entrate non tributarie sembrano superare le previsioni e l'utilizzo delle nuove politiche di welfare è, finora, inferiore alle stime sottostanti alla legge di bilancio per il 2019".

"Di conseguenza il disavanzo dovrebbe attestarsi significativamente al di sotto delle previsioni della Commissione e le variazioni del saldo strutturale dovrebbe essere conforme al Patto di stabilità e crescita anche sulla base della stima di output gap della Commissione".

Il ministro ricorda anche che "il Parlamento ha invitato il governo a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020 individuando misure alternative idonee a garantire il miglioramento strutturale" previsto.

Il giallo delle anticipazioni - Nel pomeriggio di venerdì erano circolate indiscrezioni di stampa nelle quali si parlava di riduzioni di spesa per il welfare nel periodo 2020-2022 che avevano fatto chiedere al vicepremier Luigi Di Maio un vertice di maggioranza.

"Tagli alla spesa sociale, alla Sanità, a Quota 100, al Reddito di Cittadinanza. Ma stiamo scherzando? Lo dico chiaramente: al governo Monti non si torna. Basta austerità, basta tagli, di altre politiche lacrime e sangue non se ne parla. Non esiste! ", aveva tuonato su Facebook Di Maio.

A quel punto è arrivata la secca smentita del Mef: "Tali contenuti non corrispondono alla realtà", è stata infatti la secca precisazione. La tensione, però, nel frattempo era talmente cresciuta da richiedere l'intervento anche del premier Conte, con fonti di governo che hanno rimarcato "la gravità" della diffusione di testi "non corrispondenti a quelle su cui il ministro Tria e il Presidente Conte stanno lavorando".

Nel testo finale il rifermento ai tagli al welfare che avevano fatto irritare i pentastellati salta. Alla fine il passaggio è stato infatti sfumato, indicando in modo più generico che "il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie". Piccoli ritocchi anche alla parte sulla flat tax che sarà attuata "nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo".