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Catasto, arriva la rivoluzione: addio a case popolari e immobili di lusso

Tutte le abitazioni in fabbricati residenziali saranno inserite in unʼunica categoria. Cambiano poi i criteri per il calcolo del valore degli immobili

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Addio a case popolari e immobili di lusso. Il nuovo catasto, illustrato in un documento dell'Agenzia delle Entrate, prevede un'unica categoria per tutte le abitazioni. Cambiano i criteri per il calcolo del valore degli immobili: saranno considerati anche ascensore, piano, affaccio e superficie. Il valore di riferimento di una singola zona sarà calcolato in base ad alcuni parametri, tra cui ubicazione e conservazione, e poi moltiplicato per i mq.

Scomparirà poi la classificazione A/1, A/2, A/3 e tutti gli immobili considerati appartamenti saranno inseriti in "O/1".

"Sconti" per case storico-artistiche - Inoltre, la bozza del decreto attuativo della delega fiscale che definisce il nuovo catasto prevede per gli immobili di interesse storico-artistico ci saranno "adeguate riduzioni" di valori patrimoniali e rendite che arrivano al 30% per palazzi oltre i 300 metri quadri che rientreranno nella nuova categoria ordinaria.

Niente tasse sul mattone per le chiese - Nella bozza di decreto delegato i "luoghi di culto" con "caratteristiche edilizie proprie dell'uso specifico cui sono destinati" rientrano tra gli immobili 'improduttivi' cui non va attribuita rendita e valore immobiliare, che sarà la base per il calcolo di Imu e Tasi.

Nuovo catasto in 5 anni - Il campionamento degli immobili dovrà partire entro il primo luglio 2015, mentre entro metà 2018 dovranno essere messe a punto le funzioni statistiche. L'obiettivo è di aver determinato la nuova base imponibile a dicembre 2019.