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Carige, si dimette la maggioranza del cda: da Bce amministrazione straordinaria

I commissari sono Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener. La Consob ha deliberato la sospensione a tempo indeterminato dei titoli

Carige, si dimette la maggioranza del cda: da Bce amministrazione straordinaria - foto 1
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La Bce "commissaria" Carige dopo una raffica di dimissioni che ha provocato la decadenza del cda.

All'origine della bufera che ha travolto l'istituto, che negli ultimi anni ha accumulato perdite per oltre 3 miliardi di euro, la decisione della famiglia Malacalza, primo azionista con il 27,5% del capitale, di bocciare nell'assemblea dello scorso 22 dicembre l'aumento da 400 milioni, uno dei tasselli del piano di risanamento concordato con la Bce.

La decisione ha scatenato le immediate dimissioni dei consiglieri Lucrezia Reichlin e Raffaele Mincione, a cui si sono aggiunte, il 31 dicembre, quelle dell'a.d. Fabio Innocenzi, del presidente Pietro Modiano, e dei consiglieri Salvatore Bragantini, Lucia Calvosa e Bruno Pavesi, provocando la decadenza del cda. Un bis di quanto successo questa estate, quando l'emorragia di consiglieri aveva portato al rinnovo anticipato del board, con la maggioranza del cda eletta proprio nella lista Malacalza. Che però, alla prima occasione, ha sconfessato ancora una volta l'operato del 'suo' consiglio, bocciando l'aumento e aprendo una gravissima crisi.

L'ennesimo terremoto al vertice - sotto la guida della famiglia piacentina sono caduti quattro a.d., incluso Innocenzi - ha spinto la Bce a intervenire d'urgenza per normalizzare una governance cronicamente instabile e che un istituto fragile come Carige, che rispetta a fatica i requisiti patrimoniali, non può permettersi. Decisa dunque l'amministrazione straordinaria con la nomina di una terna di commissari che ha visto la conferma di Innocenzi e Modiano - il cui piano gode del pieno sostegno della Bce - e l'inserimento del giurista Raffaele Lener.

Il provvedimento "darà maggiore stabilità e coerenza al governo della società", si legge in una nota di Carige, e "in continuità con la strategia in atto i commissari si dedicheranno al rafforzamento patrimoniale", al "rilancio commerciale", alla "riduzione" degli npl e alla "ricerca" di un partner solido che possa mettere definitivamente in sicurezza la banca.

"Un'amministrazione straordinaria con conferma dei vertici e riaffermazione delle strategie è in continuità e rafforza le prospettive di governance, non le indebolisce"! ha detto Modiano. E' "la prima volta in assoluto" che i vertici di una banca sono "confermati" tra i commissari: "questo vuol dire che c'è fiducia, è una presa di posizione abbastanza forte e una esposizione da parte della vigilanza", ha confermato Lener.

Solo i commissari, che riferiranno alla Bce, potranno infatti convocare assemblee e definire l'ordine del giorno anche se per l'approvazione di fusioni e aumenti di capitale servirà il sì dei Malacalza, che su Carige hanno perso 400 milioni e che, se dovessero proseguire nel loro ostruzionismo, potrebbero spingere Genova verso le soluzioni dolorose già viste in Veneto.

L'amministrazione straordinaria ha provocato la sospensione del titolo da Piazza Affari a tempo indefinito. Su quanto accade a Genova ha acceso un faro anche il governo: il premier Giuseppe Conte sta seguendo personalmente, con il ministro Tria, la situazione affinché - trapela da Palazzo Chigi - vada a buon fine il consolidamento patrimoniale di una banca considerata essenziale per il territorio ligure.

"Siamo fiduciosi che i commissari, con il controllo delle autorità, porteranno avanti rapidamente questo progetto", ha detto il presidente del Fitd, Salvatore Maccarone, che ha salvato Carige sottoscrivendo il bond da 320 milioni e spinge per una rapida aggregazione. Sul mercato si rincorrono i nomi di Unicredit, Banco Bpm, Ubi, Bnp Paribas, che si trincerano dietro a no comment e smentite. "Per ora non c'è niente in vista ma dobbiamo prepararci a questa prospettiva", dice Modiano. Carige intanto cercherà di rinegoziare con il Fitd le condizioni del bond, su cui paga un tasso 'monstre' del 16% all'anno.