Bruxelles chiede un intervento
Nonostante la corposa manovra finanziaria messa a punto dal governo per il 2004, i conti dell'Italia proprio non tornano e da più parti arriva l'invito all'esecutivo a pensare seriamente ad un intervento correttivo. Dopo l'appello di Confindustria, ora è la volta di Bruxelles che chiede al nostro Paese una manovra-bis. Nel Rapporto sulle Finanza pubbliche presentato dalla Ue infatti si legge: "La Commissione considera appropriato per l'Italia attuare misure addizionali di natura permanente del valore minimo di 7 miliardi di euro, pari allo 0,5% del Pil, nel 2004".
Insomma Bruxelles invita il Belpaese a rimboccarsi le maniche e a mettere a punto una manovra aggiuntiva fatta non di una tantum, ma di interventi concreti e duraturi e del valore di 7 miliardi.
La Commissione conferma così l'indicazione contenuta nella raccomandazione all'Ecofin. Ed ora i ministri delle Finanze Ue, il prossimo 5 luglio, decideranno se procedere o meno con l'early warning nei confronti del nostro Paese.
Intanto vengono confermate le previsioni formulate nell'aprile scorso che indicano, senza interventi aggiuntivi, per il 2004 un rapporto deficit-pil al 3,2% e per il 2005 (a politiche invariate) al 4%.
Ma il dato più preoccupante riguarda il debito pubblico che ha frenato la sua discesa e al 106% del Pil è il più elevato nell'Eurozona. Secondo la Commissione il livello del debito per l'Italia (ma anche per il Belgio) è la "fonte principale di squilibri di Bilancio".
Ma il debito non è l'unica causa. La sostenibilità delle finanze pubbliche italiane è messa in serio pericolo anche "dall'invecchiamento della popolazione".
In sintesi, per Bruxelles tra i fattori di rischio, che pendono come una spada di Damocle sui conti italiani ci sono: l'attuale livello di debito/Pil, "i recenti andamenti della spesa sanitaria e il basso tasso di partecipazione femminile al lavoro".
In conclusione, nel rapporto Ue, quindi, si segnala come nel nostro caso "siano pienamente stabilite" le condizioni per l'avvio preventivo di una raccomandazione.
Ma a preoccupare la Commissione non è solo l'evoluzione dei conti pubblici dell'Italia, ma anche quella di altri cinque Paesi membri il cui rapporto deficit-pil rischia di sforare il 3% fissato dal Patto di stabilita' e di crescita. Oltre a Francia e Germania, recidivi, Bruxelles indica pure la Grecia, l'Olanda e il Portogallo.