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Alitalia: prestito al vaglio Ue

Bruxelles "sollecitata" dai concorrenti

24 Giu 2004 - 09:41

Il governo italiano ha detto ancora una volta sì a un aiuto ad Alitalia (il prestito-ponte è stato approvato dal Consiglio dei ministri), ma adesso sulla manovra dovrà intervenire l'Unione europea. Che verificherà la conformità dell'operazione alle regole comunitarie prima che il credito sia concesso alla società. D'altra parte, molte compagnie aeree concorrenti hanno chiesto esplicitamente la vigilanza di Bruxelles.

Gli aiuti di Stato già concessi in passato ad Alitalia non lasciano indifferenti le altre compagnie, che vedono di fatto violate le regole della libera concorrenza, e che proprio per questo hanno chiesto ai vertici dell'Unione europea di impedire ulteriori aiuti pubblici alla società guidata da Giancarlo Cimoli.

E così, dopo l'impegno formale del governo italiano a garantire il prestito- ponte, la Commissione europea attende ulteriori dettagli sulle misure per verificare che tutto sia in regola con le normative comunitarie in materia di aiuti di Stato, ma preannuncia anche che l'esame del piano sarà fatto nel più breve tempo possibile.

PRESTITO-PONTE, BRUXELLES ATTENDE I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE

A parlare del caso è stata la commissaria Ue per i Trasporti Loyola de Palacio che, in veste di responsabile del dossier Alitalia, ha ribadito appunto che la Commissione dovrà esaminare, ed eventualmente autorizzare, il prestito-ponte prima che il credito sia dato alla compagnia. "Le regole comunitarie sono chiare" ha spiegato la commissaria spagnola. "Prima di concedere il prestito-ponte bisogna comunicare alla Commissione i dettagli del credito per poter verificare se corrispondono alle condizioni previste dalle regole Ue" per il salvataggio delle imprese in difficoltà.

OCCHI APERTI SUL PRESTITO, LE CINQUE REGOLE DA RISPETTARE

Bruxelles dovrà in sostanza controllare che i cinque criteri previsti nel regolamento Ue del 1999 siano rispettati: il prestito-ponte dovrà cioè essere concesso a condizioni di mercato; dovrà essere rimborsato al massimo entro dodici mesi; dovrà essere motivato da "gravi difficoltà sociali"; dovrà essere accompagnato da un impegno a presentare entro sei mesi un piano di "ristrutturazione o di liquidazione" dell'azienda; infine l'entità del prestito non dovrà superare quanto necessario per mantenere l'impresa in attività.

Già in passato la Commissione ha ricordato alle autorità italiane che in questi casi vige la "clausola sospensiva" che, qualora fosse violata, darebbe alla Commissione il potere di esigere la restituzione degli aiuti concessi. Prima di sborsare il denaro il governo dovrà dichiarare Alitalia "in difficoltà", con le conseguenze che questo potrebbe avere su un'impresa quotata in Borsa.

L'esame di Bruxelles, nonostante la complessità dei criteri, può essere fatto in tempi rapidi. Secondo le regole Ue, il governo interessato può chiedere un "esame d'urgenza" che accelererebbe notevolmente le procedure.

IL CASO DI SABENA

Per il prestito-ponte di Sabena, ad esempio, la prima compagnia aerea ad utilizzare le regole varate nel 1999, la Commissione europea decise in appena una settimana. In quell'occasione, però, ha sottolineato una fonte di Bruxelles, la Commissione europea e la compagnia aerea avevano preventivamente concordato nei dettagli il piano di salvataggio e ristrutturazione della compagnia.

Quanto al caso Alitalia, "esamineremo il tutto il più in fretta possibile", si è limitata a dire la commissaria europea, sottolineando però che "prima di procedere dobbiamo avere la documentazione completa". E questa ancora manca. De Palacio ha infatti confermato che, per ora, l'unico documento notificato a Bruxelles è il testo del decreto approvato dal Consiglio dei ministri. Un provvedimento, ha aggiunto, che appare "conforme" alle norme Ue, anche perchè si limita a dare mandato al ministro dell'Economia Giulio Tremonti di fare "uno o più decreti" in cui saranno esposte nel dettaglio le condizioni del credito. Il tutto, ha sottolineato la commissaria, con l'impegno a rispettare "le condizioni imposte dalle regole comunitarie".

Come è noto, la compagnia aerea italiana in passato ha già beneficiato del sostegno pubblico (nel luglio del 2001 Bruxelles autorizzò un'iniezione da 2.750 miliardi di lire) che fece scattare il divieto di altri aiuti pubblici in base al principio comunitario del "one time, last time" (una volta, ultima volta). La compagnia aerea ha anche beneficiato di una ricapitalizzazione da 1,43 miliardi di euro nel 2002, anch'essa autorizzata dalla Commissione, nonostante lo Stato vi partecipasse con una quota di poco superiore al 60%.

Circostanze che hanno messe sul piede di guerra i concorrenti di Alitalia. Non è un caso che una quindicina di compagnie (fra le quali colossi come Brtish Airways e Lufthansa o vettori low cost Ryanair e Volareweb.com) abbiano chiesto a Bruxelles di vigilare per impedire nuovi aiuti pubblici. Per questo, ha spiegato una fonte bene informata sul caso, la Commissione europea, pur rendendosi conto delle conseguenze "sociali" del caso, non potrà fare sconti ad Alitalia.

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