FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Corte dei Conti: "In 5 anni l'Italia ha perso 230 miliardi per la mancata crescita"

Lo ha detto il presidente, Luigi Giampaolino, evidenziando anche che "il consuntivo di legislatura ha mancato il conseguimento del programmato pareggio di bilancio" per 50 mld

LaPresse

In Italia, nel periodo 2009-2013, "la mancata crescita nominale del Pil ha superato i 230 mld". Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, evidenziando anche che "il consuntivo di legislatura ha mancato il conseguimento del programmato pareggio di bilancio" per 50 mld. Quanto alla possibilità di un calo delle tasse, Giampaolino ha spiegato come non ci siano i presupposti, ma che potrebbero essere redistribuite più equamente.

La riduzione della pressione fiscale è un obiettivo "non facile da coniugare con il rispetto degli obiettivi europei", ha spiegato il presidente della Corte dei Conti. "Di più immediata percorribilità potrebbe rivelarsi una scelta volta ad aumentare l'equità distributiva del prelievo".

"Italia ha bisogno di stimoli per crescere" - "Ciò che serve all'Italia dall'Europa sono stimoli per crescere di più, non deroghe per spendere di più", ha quindi spiegato Giampaolino, presentando il rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica.

"Emergenza sono decrescita e disoccupazione" - Secondo Giampaolino, in Europa "l'emergenza della decrescita e delle disoccupazione appare oggi acquisire quanto meno un rilievo analogo a quello assegnato al percorso di riequilibrio di disavanzi e debito pubblico". Nonostante le esigenze a livello europeo, il presidente della Corte dei Conti, spiega come "il livello crescente dello stock di debito pubblico non consente di interpretare in modo men che rigoroso il sentiero di risanamento. Sarebbero gli stessi mercati a punire" questa scelta.

"Eccessivo rigore concausa della recessione" - "L'intensità delle politiche di rigore adottate dalla generalità dei Paesi europei è stata, essa stessa, una rilevante concausa dell'avvitamento verso la recessione", ha spiegato Giampaolino, aggiungendo anche che "la perdita permanente di prodotto si è tradotta in una caduta del gettito fiscale ma non in una riduzione della pressione fiscale".