Peggiorano le stime economiche e le entrate degli italiani scendono per il quinto anno di fila. Il ministro dell'Economia e il premier replicano all'Organizzazione internazionale
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"Per le famiglie italiane siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale". Lo ha detto il vicedirettore di Bankitalia, Salvatore Rossi, secondo cui quest'anno "si profila una diminuzione anche più marcata di quella, del 2,5%, avutasi in occasione della recessione del 2009". Le difficoltà economiche e la maggiore selettività delle banche stanno avendo, sottolinea Rossi, "effetti anche sul credito alle famiglie".
Ocse: 2012 e 2013, Pil sempre in rosso L'Italia si sta "comportando molto bene nei mercati e il lavoro di questo governo per garantire un percorso credibile per uscire dalla crisi e rimuovere l'incertezza dei mercati normalizzerà l'offerta e il costo del credito, come è già visibile nei bassi tassi di finanziamento". Il premier Mario Monti risponde così alle previsioni dell'Ocse in merito alla situazione economica del nostro Paese
E anche il Prodotto interno lordo non dà segnali incoraggianti, a guardare le previsioni dell'Ocse. Secondo l'Economic outlook le stime per il 2012 e il 2013 parlano di una contrazione rispettivamente del 2,2% e dell'1%, contro le precedenti previsioni, di maggio, pari al -1,7% e -0,4%. Una "crescita debole", sottolinea l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo europeo, che "metterà ulteriore pressione negativa su occupazione, salari e prezzi".
Rischio manovra nel 2014
"Per il 2013 e il 2014, l'Ocse presuppone che il governo italiano riuscirà a centrare il suo obiettivo di equilibrio strutturale - dice ancora l'Ocse -. Tuttavia, date le previsioni di macroeconomiche dell'Organizzazione, sia il deficit, sia il debito pubblico continueranno ad aumentare" in questo periodo a livello nominale. L'Ocse prevede dunque per l'Italia un rapporto tra deficit e Pil al 3% nel 2012, al 2,9% nel 2013 e al 3,4% nel 2014. Grazie all'Imu e alla spending review, il deficit quest'anno dovrebbe diminuire rispetto al 3,8% del Pil segnato nel 2011, ma "sarà sopra al 2,6% del Pil previsto dal governo". Se le previsioni del'Ocse si materializzeranno, "un'ulteriore stretta dei conti pubblici dovrebbe essere necessaria per intraprendere il cammino di riduzione del debito come previsto". Il debito pubblico è stimato al 127% nel 2012, al 129,6% nel 2013 e al 131,4% nel 2014.
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Giù i consumi privati e la fiducia delle imprese
Fotografando l'economia italiana, l'Ocse nota poi che un consolidamento fiscale pari a quasi il 3% del Pil quest'anno ha indebolito la domanda interna (-4,5% nel 2012, -1,9% nel 2013, piatta nel 2014) e i consumi privati (previsti in calo del 3,2% quest'anno, dell'1,1% il prossimo con un timido +0,5% nel 2014) "sono caduti al ritmo più rapido dalla Seconda Guerra Mondiale". La fiducia delle imprese è bassa e il settore finanziario è sotto pressione, tra sofferenze a livelli elevati e condizioni di liquidità difficili, che risultano in parametri di concessione dei prestiti ancora più rigidi.
Nel 2013, grazie a un graduale miglioramento di fiducia, condizioni finanziarie e della competitività, "il Pil dovrebbe iniziare a risollevarsi". Intanto, le pressioni sull'occupazione (-0,4% nel 2013, seguito da -0,7% nel 2013 e -0,4% nel 2014) si rifletteranno anche sui salari (+0,2% nel 2012 e anche nel 2013 contro +1,3 e +1,2% previsti a maggio). Dopo il +2,4% del 2012, il costo unitario del lavoro è previsto in aumento dell'1,2% nel 2013, ma in calo dello 0,4% nel 2014. Il miglioramento della competitività, secondo l'Ocse, migliorerà nel tempo le esportazioni, previste in aumento del 2,6% nel 2013 e del 4,2% nel 2014, dopo il modesto 0,9% del 2012. Quanto alle previsioni del governo italiano, vedono una flessione del Pil del 2,4% per il 2012 e dello 0,2% nel 2013. La commissione Ue si aspetta invece un calo del 2,3% quest'anno e dello 0,5% il prossimo.
Economia mondiale, ripresa a singhiozzo
E' una ripresa esitante e disuguale quella che attende l'economia globale nei prossimi due anni - si legge nel documento -. La crescita sarà modesta sul breve termine, con l'area euro in recessione - o vicina alla recessione - fino al 2013 inoltrato". E, se gli Stati Uniti saranno invece in ripresa, si tratterà però di un ritmo più lento di quanto atteso a inizio anno. E anche molte economie emergenti saranno alle prese con un rallentamento causato dall'onda lunga della crisi europea, secondo lo scenario delineato dall'Ocse.
Europa e Usa, tempi difficili
Vengono dunque riviste al ribasso le stime di crescita dell'insieme dei Paesi industrializzati, all'1,4% quest'anno e il prossimo rispetto all'1,6% e al 2,2% delle proiezioni di maggio. Per l'Eurozona le stime vedono un calo del Pil dello 0,4% nel 2012 (da -0,1%), dello 0,1% nel 2013 (da +0,9%) e di un incremento dell'1,3% nel 2014.
Gli Usa dovrebbero invece passare dal +2,2% di quest'anno al +2% del prossimo per riprendersi a +2,8% nel 2014. Riviste al ribasso quindi anche le stime per i big emergenti. Il mercato del lavoro sta intanto pagando un prezzo molto alto, con un tasso in aumento nell'area anche nel 2013 all'8,2% dal 7,9% prospettato a maggio e poi all'8% nel 2014, principalmente sotto il peso dell'Eurozona (12%).
"Sono necessarie iniziative decise per assicurare che la posizione di stallo sulla politica fiscale negli Stati Uniti e il protrarsi dell'instabilità nell'area euro non facciamo ripiombare il mondo in recessione", ammonisce l'Ocse. Molte le cause della debolezza del quadro anche se la caduta della fiducia resta il fattore principale, sullo sfondo dell'austerità di bilancio simultanea perseguita da molti Paesi e dell'indebolimento del commercio globale.