E' CRISI

Istat: l'industria nel 2011 non cresce

Produzione ferma rispetto al 2010. E ultimo trimestre dell'anno in calo del 2,1%

10 Feb 2012 - 10:45
 © Getty

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La produzione industriale nell'intero 2011 è rimasta ferma, segnando una variazione nulla rispetto all'anno precedente (dato corretto per gli effetti di calendario). Nel 2010 l'indice era salito (+6,4%) dopo due anni di cali. Lo rileva l'Istat. Il dato riferito a dicembre è invece in salita dell'1,4% su base mensile (dato destagionalizzato), mentre cala dell'1,7% sul dicembre di dodici mesi fa.

Considerando l'intero quarto trimestre dell'anno, la produzione segna una diminuzione del 2,1%. E il calo del solo mese di dicembre è il quarto consecutivo su base tendenziale. Gli indici corretti per gli effetti di calendario, secondo l'Istat, segnano a dicembre una crescita tendenziale del 3,2% per i beni strumentali. Tutti gli altri raggruppamenti risultano in calo: del 10,3% per l'energia, del 3,6% per i beni intermedi e dello 0,8% per i beni di consumo.

Rispetto a dicembre 2010, i settori dell'industria che presentano una crescita più accentuata sono l'attività estrattiva (+11,8%), la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+10,1%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+7,2%).

Tra i settori in calo, quelli che in dicembre registrano le diminuzioni tendenziali più nette sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (-12,9%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,0%) e le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,9%).

A dicembre, considerando l'indice destagionalizzato, si segnala un incremento congiunturale per i beni strumentali (+3,6%) e per i beni di consumo (+1,8%), mentre c'è una diminuzione per l'energia (-2%) e rimangono invariati i beni intermedi. I maggiori contributi alla variazione tendenziale dell'indice generale (calcolati sui dati grezzi) provengono dai beni intermedi (-2,9%) e dai beni di consumo non durevoli (-1,8%).

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