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Agcom:"Vivendi è fuori legge, deve adeguarsi entro 12 mesi"

In caso di inottemperanza allʼordine i francesi, che avranno 60 giorni di tempo per presentare un piano dʼazione, rischiano una sanzione del valore tra il 2 e il 5 per cento del fatturato. Soddisfazione di Cologno

Agcom:
ansa

Vivendi ha dodici mesi per rimuovere la posizione vietata dopo l'esposto di Mediaset sulla scalata dei francesi e il loro controllo di fatto di Telecom.

Così l'Agcom accertando l'influenza dominante di Vivendi in Telecom (dove ha il 23,9%) con i francesi che nell'azienda di Cologno hanno il 29,9% dei diritti di voto (contro il 39,7% di Fininvest). È la decisione dell'Autorità sulla legge Gasparri relativa ai tetti di controllo nei media.

L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, alla luce degli elementi acquisiti nel corso dell'istruttoria, ha accertato che la posizione della società Vivendi "non risulta conforme alle prescrizioni di cui al comma 11 dell'articolo 43 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, in ragione delle partecipazioni azionarie dalla stessa detenute nelle società Telecom Italia e Mediaset", si legge nella nota.

Piano d'azione entro 60 giorni - Pertanto l'Autorità ha ordinato alla società Vivendi "di rimuovere la posizione vietata nel termine di 12 mesi a far data dalla notifica del provvedimento adottato oggi e già notificato. Allo scopo di consentire all'Autorità di svolgere un'adeguata attività di monitoraggio, Vivendi è tenuta a presentare entro 60 giorni uno specifico piano d'azione che la società intende adottare per ottemperare all'ordine". L'Authority ricorda quindi che in caso "di inottemperanza all'ordine è applicabile la sanzione amministrativa" prevista dalla legge 249 del 1997: Vivendi rischia una sanzione del valore tra il 2 e il 5 per cento del suo fatturato.

Mediaset: "Soddisfazione per provvedimento Agcom" - "Con il provvedimento odierno - afferma l'azienda di Cologno in una nota - l'Agcom ha accertato che Vivendi ha violato l'art. 43 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici. Mediaset esprime la propria soddisfazione e attende ovviamente di leggere il dispositivo per stabilire le azioni future". Il Tusmar stabilisce un divieto al superamento dei tetti di controllo: in particolare le imprese di comunicazioni che detengono nel mercato italiano una quota superiore al 40% non possono acquisire ricavi superiori al 10% del cosiddetto "Sistema integrato delle comunicazioni" di tv, radio ed editoria.

L'Agcom è stata attivata dopo un esposto presentato da Mediaset nel dicembre del 2016, secondo il quale i divieti sui tetti sarebbero stati aggirati da parte di Vivendi. Il gruppo francese ha il 23,9% dei diritti di voto in Telecom (identica la quota del capitale), il 28,8% del capitale e il 29,9% dei diritti di voto in Mediaset, controllata da Fininvest con il 38,2% del capitale e il 39,7% dei diritti di voto, con l'holding dei Berlusconi che entro fine mese può salire di un altro 1,3%-1,4%.

Presidente Agcom: bene interessamento Ue - La Commissione europea fa bene a valutare le possibili implicazioni per la richiesta dell'Agcom a Vivendi per ridurre la sua quota in Mediaset o Telecom Italia. Lo ha affermato il presidente dell'Agcom, Angelo Cardani, a margine di un'audizione in Senato. "Fanno sempre bene", ha sottolineato Cardani.

Vivendi si riserva ricorsi a Tar e Ue - Vivendi in una nota comunica che "accoglie con sorpresa la decisione adottata dall'Agcom" e che "si riserva di adottare ogni opportuna iniziativa in tutte le sedi competenti contro la decisione presa dall'Agcom per tutelare i propri interessi, inclusa la presentazione di un ricorso al Tar e di un esposto alla Commissione europea per segnalare la violazione di fondamentali principi del diritto Ue".