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Disoccupazione giù in Ue, non in Italia Padoan resta ottimista: "Miglioriamo"

La Commissione europea rivede in peggio le stime sui disoccupati italiani mentre la situazione migliora nel resto del Vecchio continente. Il ministro dellʼEconomia: "Misure giuste ma richiedono tempo"

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Secondo le nuove stime diffuse dalla Ue, per l'Italia si prevede una lenta ripresa nel 2014, "sostenuta soprattutto da domanda esterna". Resta negativa invece la situazione sul fronte occupazione, con un nuovo picco per la disoccupazione italiana al 12,8% (contro il 12,6% stimato a febbraio). Invariate le previsioni sul deficit italiano: nel 2014 al 2,6% e nel 2015 al 2,2%. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, resta ottimista: "Miglioriamo".

Disoccupazione - I dati diffusi dalla Commissione mostrano un'Italia in difficoltà rispetto agli altri Paesi dell'Eurozone e dell'Ue dove, grazie a un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, la disoccupazione calerà più del previsto. Le stime prevedono infatti un tasso all'11,8% nel 2014 e all'11,4% nel 2015 per i paesi della moneta unica, contro 12% e 11,7% previsti a febbraio, e 10,5% e 10,1% per i 28 contro 10,7% e 10,4%.

Quanto al nostro Paese, invece, nel 2014 si vedrà "un nuovo picco" con il 12,8% (contro il 12,6% stimato a febbraio) e nel 2015 la disoccupazione "scenderà marginalmente" a 12,5% (a febbraio era al 12,4%).

Crescita - Per l'organo esecutivo dell'Ue, sarà la ripresa della domanda interna a guidare la crescita: "Ha ora preso piede ma è importante abbracciare le riforme strutturali e proseguirle in quanto è proprio una "perdita di fiducia legata a un loro stallo il maggior rischio al ribasso per la crescita in Europa".

In Italia, invece, gli occhi sono puntati sulla domanda esterna: "Dopo la forte recessione del 2012-13, si prevede una lenta ripresa nel 2014 sostenuta soprattutto dalla domanda esterna". Crescita invariata a 0,6% nel 2014 e 1,2% nel 2015, si legge nelle stime diffuse.

Debito pubblico e deficit - Brutte notizie sul fronte debito e deficit. La Commissione Ue rivede al rialzo le stime e spiega che, dopo il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, il debito toccherà il nuovo record di 135,2% del Pil per poi scendere a 133,9% nel 2015 grazie ad avanzo primario, crescita e privatizzazioni previste nella seconda parte del 2014.

Invariate, invece, le stime sul deficit: nel 2014 al 2,6% e nel 2015 al 2,2%. Ma Bruxelles precisa che le previsioni per il 2015 non tengono in considerazione né la riduzione dell'Irpef per i redditi bassi né la spending review "perché i dettagli non sono stati ancora specificati".

Prodotto interno lordo - Leggermente rivisto al ribasso, poi, il dato del Pil dell'Eurozona per il 2015, ora all'1,7% contro l'1,8% stimato a febbraio. Per l'Ue-28, stime all'1,6% nel 2014 e al 2% nel 2015.

Inflazione - L'inflazione continua a calare nell'Eurozona: scenderà dall'1,3% del 2013 allo 0,8% nel 2014 mentre nel 2015 risalirà all'1,2%. Le nuove stime della Commissione rivedono al ribasso le previsioni d'inverno, quando il tasso era dato rispettivamente all'1% e all'1,4%. Nell'Ue-28 i dati sono dell'1% e dell'1,5% dopo l'1,5% del 2013.

"Gli 80 euro non influenzeranno la crescita" - Il bonus da 80 euro "è probabile che abbia un effetto neutrale sulla crescita nel breve periodo, ma potrebbe avere un effetto positivo nel lungo termine se sarà finanziato razionalizzando e migliorando l'efficienza della spesa". Lo ha detto il commissario Ue ad interim agli affari economici, Siim Kallas.

Padoan resta ottimista: "L'Italia migliora" - "Le previsioni confermano che il Paese sta migliorando, c'è crescita, miglioramento della competitività ma soprattutto di investimenti e occupazione nel periodo di previsione". Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, commenta così i dati diffusi dalla Commissione Ue. "Confermano che le cose stanno andando bene e che la politica economica del governo le rafforzerà".

"Le misure richiedono tempo ma la direzione è giusta e le misure sono giuste, i tempi sappiamo tutti, sia a Roma che a Bruxelles, che non sono immediati ma questo non indebolisce l'importanza delle misure", aggiunge Padoan entrando all'Eurogruppo.

La Commissione Ue ha dato un pareggio strutturale "diverso dalla previsione che abbiamo avanzato e la ragione è che non tiene conto delle politiche intraprese", dichiara il ministro spiegando di non sentirsi preoccupato e aggiungendo che "altri Paesi hanno posizione di aggiustamento peggiore della nostra".

Poi conclude: "Il governo, come la Ue, aveva detto da tempo che il debito quest'anno sarebbe aumentato e il prossimo sceso. Inotlre, visto il surplus primario e la crescita in aumento, il costo del debito in riduzione, tutto aritmeticamente indica che questa riduzione ci sarà forse più rapidamente di quanto pensiamo".