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Monet e Turner: inquinamento su tela

Una ricerca ha analizzato la foschia presente nelle opere dei due artisti: niente romanticismo, era smog

Monet e Turner: inquinamento su tela - foto 1
Getty

Prima della fotografia c’erano i quadri. Capolavori capaci di immortalare le emozioni degli artisti, eventi storici o molto più spesso natura e paesaggi. Secoli di arte sono stati testimoni dei cambiamenti del mondo e ancora oggi sanno stupirci con informazioni nuove. Così anche la romantica foschia delle opere di Monet svela in realtà la sua vera natura: era inquinamento, con buona pace dei fan dell’Impressionismo. A dirlo è uno studio condotto dalla National Academy of Sciences, che ha analizzato i cambiamenti di stile e colore in quasi 100 dipinti, non solo di Monet ma anche del britannico William Turner. Secondo le ricerche, nel corso del tempo, con l’aumento dell’inquinamento atmosferico, anche i cieli dei due artisti sono diventati più nebbiosi.

 

Monet e Turner: inquinamento su tela - foto 2
Getty

La rivoluzione industriale aveva trasformato le città immortalate dai due pittori, Parigi e Londra. Le fabbriche aumentarono le opportunità di lavoro, ma soprattutto oscurarono l’atmosfera con inquinanti come l’anidride solforosa. Inquinanti atmosferici che possono alterare pesantemente l’aspetto dei paesaggi in modi visibili ad occhio nudo.

Secondo la scienziata atmosferica Anna Lea Albright, principale autrice dello studio, gli Impressionisti erano molto sensibili ai mutamenti nell’ambiente ed è quindi logico che fossero molto attenti non solo ai cambiamenti naturali, ma anche a quelli causati dall’uomo. Grazie a un modello matematico, i ricercatori hanno scoperto che circa il 61% dei cambiamenti di contrasto nei dipinti “seguivano in gran parte l’aumento delle concentrazioni di anidride solforosa durante quel periodo di tempo”. 

 

Monet e Turner: inquinamento su tela - foto 3
Getty

Non solo una scelta stilistica, dunque, ma una fotografia dei cambiamenti avvenuti nel diciannovesimo secolo. A confermare la tesi ci pensano addirittura alcune lettere di Monet a sua moglie, del periodo di residenza a Londra. L’artista si lamenta dell’assenza al suo arrivo di nuove industrie che accendono la sua creatività, scrivendo: “Tutto è morto, niente treno, niente fumo o barca, niente per eccitare un po’ la verve”. A differenza di Turner, convinto antimoderno, Monet celebrava infatti la modernità e lo spettacolo del cambiamento. Evidentemente non poteva prevedere le amare conseguenze della sua amata foschia.

Nonostante l’Impressionismo fosse spesso in contrasto con il Realismo, lo studio svela quindi quanto artisti come Monet e Turner fossero interessati a catturare ciò che li circondava, studiando la luce e i suoi cambiamenti. Una vera fotografia della realtà arrivata fino a noi: rigorosamente inquinamento su tela.

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