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Archeologia, scoperte in Italia le più antiche imbarcazioni del Mediterraneo

Risalgono a 7mila anni fa e sono stati rinvenute a partire dagli anni '90 in un sito archeologico sommerso nel lago di Bracciano presso Anguillara Sabazia (Roma)

Archeologia, scoperte in Italia le più antiche imbarcazioni del Mediterraneo - foto 1
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Risalgono a 7.000 anni fa le più antiche imbarcazioni del Mediterraneo: sono cinque piroghe del Neolitico rinvenute in Italia, a partire dagli anni novanta, in un sito archeologico sommerso nel lago di Bracciano in località "La Marmotta" presso Anguillara Sabazia, in provincia di Roma.

Caratterizzate da tecnologie nautiche dal sapore quasi moderno, sono descritte in uno studio pubblicato sulla rivista "Plos One" dai ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo, in collaborazione con il Museo delle Civiltà di Roma e l'Università di Pisa.

Archeologia, scoperte in Italia le più antiche imbarcazioni del Mediterraneo - foto 2
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 Le imbarcazioni risalgono a un periodo compreso tra il 5.700 e il 5.100 a.C. e sono state ricavate ciascuna da un unico tronco. Erano opera di popolazioni provenienti dal mare che nella seconda metà del V millennio a.C. risalirono il fiume Arrone (l'emissario del lago di Bracciano dove si trova Anguillara Sabazia) per giungere e stabilirsi sotto quello che oggi è il promontorio del paese nella località "La Marmotta".

 

 

Realizzate con tecniche costruttive avanzate

 Lo studio di esse dimostra che sono state realizzate con quattro diversi tipi di tronchi (cosa insolita in questo genere di siti) e con tecniche costruttive avanzate come i rinforzi trasversali. A una piroga, in particolare, sono associati tre oggetti di legno a forma di T, ciascuno con una serie di fori che probabilmente servivano per fissare funi legate a vele o altri elementi nautici, come ad esempio un bilanciere laterale per una maggiore stabilità.  I ricercatori non escludono neppure che le piroghe potessero essere unite fra loro.

 

Queste caratteristiche, insieme a precedenti esperimenti di ricostruzione, indicano che si trattava di imbarcazioni idonee alla navigazione nel lago ma anche in mare (soprattutto le più grandi, che arrivano a dieci metri di lunghezza). L'ipotesi è supportata anche dalla presenza nel sito archeologico di strumenti in ossidiana provenienti dalle isole di Lipari e Palmarola.

 

I ricercatori descrivono queste piroghe come esempi eccezionali di imbarcazioni preistoriche, la cui costruzione richiedeva una conoscenza dettagliata della progettazione strutturale e delle proprietà del legno, oltre a manodopera specializzata ben organizzata.

 

"Sofisticazione tecnologica delle prime comunità"

 Certe somiglianze con le più recenti tecnologie nautiche supportano l'idea che molti importanti progressi nella navigazione siano stati compiuti durante il primo Neolitico. "La datazione diretta delle piroghe neolitiche di "La Marmotta" rivela che sono le più antiche del Mediterraneo, offrendo preziose informazioni sulla navigazione neolitica", scrivono i ricercatori. "Questo studio rivela la straordinaria sofisticazione tecnologica delle prime comunità agricole e pastorali, evidenziando le loro abilità nella lavorazione del legno e nella costruzione di imbarcazioni complesse". 

 

 

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