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"Noi... e le nostre strambate", in mostra a Brescia le storie di donne che hanno lottato con il tumore al seno

Dal 14 al 29 maggio, al Mo.Ca un'esposizione che racconta la malattia e la voglia di rinascita attraverso le foto e i racconti di 9 donne che si sono messe a nudo davanti all'obiettivo


La voglia di vivere più forte del tumore al seno: 9 donne a nudo per raccontare la propria storia

E' stata inaugurata al Mo.Ca di Brescia la mostra "Noi...

e le nostre strambate". Aperta fino al 29 maggio, racconta le storie di un gruppo di donne che ha affrontato il tumore al seno. Donne forti che si sono messe a nudo fisicamente ed emotivamente di fronte all'obiettivo del fotografo Andrea Altini che ne immortalato le storie per dare un senso di forza e appoggio a chi dovrà passare attraverso l'esperienza della malattia. La mostra è a ingresso libero ma le eventuali offerte saranno devolute a Priamo e all'Esa, associazioni impegnate nella cura della donna affetta da tumore al seno.

 

Sara, Claudia, Florance, Stefania, Jose, Maria, Nicoletta, Elena e Manuela sono le protagoniste di questa mostra che di dipana attraverso un percorso diviso per tappe tematiche. Tuttè nato però dal desiderio di una decima donna, Stefania Annovazzi, che ora non c'è più e proprio alla sua memoria è dedicata la mostra. Alcuni anni fa Stefania e le altre si erano conosciute durante un corso di vela per malati oncologici. E proprio lei aveva desiderato e progettato questo incontro da mesi. 

 

Con Andrea Altini, il fotografo che le ha poi immortalate, hanno trascorso due giorni, raccontando con le immagini un percorso lungo, fatto di veleggiate in mare, amicizia, dolore, speranza e unione. Perché le parole non avrebbero ottenuto lo stesso effetto del mettersi a nudo a livello emotivo (e non solo) davanti all'obiettivo, perché il potere dell'arte è quello di sublimare il dolore e trasformarlo in bellezza. 

 

Attraverso le varie installazioni della mostra si dipana il percorso emotivo e di vita di queste donne, lo stare sempre insieme per darsi forza l'una con la storia dell'altra, la rinascita dopo aver superato la malattia, fino alle riflessioni finali delle ragazze. Ma il senso del progetto è racchiuso proprio nelle parole di Stefania Annovazzi: "Nulla potrà cancellare la malattia, ma essa, piano piano, diviene parte della mia vita, senza pretendere di essere la protagonista. Ho iniziato un viaggio che mi ha suggerito la rotta, con il vento a scompigliarmi i capelli e con il mare che mi ha regalato coraggio e amore, libertà e amicizia".

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