Presso la Biblioteca della Camera dei Deputati si è inaugurata la mostra "Michelangelo e la Cappella Sistina nei disegni autografi della Casa Buonarroti"
Michelangelo Buonarroti Giudizio universale © Ufficio stampa
A 500 anni dal completamento degli affreschi della Volta della Cappella Sistina, il 31 ottobre, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati si è inaugurata la mostra "Michelangelo e la Cappella Sistina nei disegni autografi della Casa Buonarroti", organizzata dall'Associazione MetaMorfosi, presieduta da Pietro Folena, con la Camera dei Deputati. In mostra di ventisei disegni preparatori dell'esposizione che approderà anche negli Stati Uniti e in Giappone.
Curata da Pina Ragionieri, direttrice della Casa Buonarroti, presenta i disegni autografi del grande maestro, esposti accanto a preziose stampe d'epoca.
Il percorso espositivo ripercorre l’iter creativo che portò alla realizzazione degli affreschi della volta e, quasi trent’anni più tardi, del Giudizio Universale.
Questi disegni raccontano la grandiosa opera intrapresa con riluttanza da Michelangelo, costretto a lavorare a “cervice riversa” dal 1508 al 1512, come egli stesso riporta in un schizzo a margine di un sonetto, conservato nell'Archivio Buonarroti ed esposto in mostra: fino all’ultimo istante, difatti, colui che era solito firmarsi “Michelagnolo scultore”, aveva esitato all’idea di accettare ciò che considerava "non esser sua professione".
Per realizzare gli affreschi della Sistina, l’artista aveva dovuto rinunciare al suo grande sogno, la tomba di Giulio II, progetto cui si dedicava dal 1505 e per cui da otto mesi trascorreva le giornate a cavare marmi a Carrara. Il pontefice però, forse preoccupato dalle imprese militari a Bologna e Perugia, forse dall’ingente spesa per la cupola di San Pietro affidata al Bramante, nel 1506 aveva revocato la committenza, provocando lo sdegno di Michelangelo, che aveva reagito con la fuga. Pochi giorni dopo l’improvvisa partenza dell’artista, Giulio II gli affidò l’incarico della Sistina, che prese così luce, tra fughe, litigi e fuochi tra l’artista e il papa, per divenire il più grande capolavoro della storia. La mostra rende visibili i disegni che riguardano la Volta, mettendoli a confronto, nell'apparato didattico dell'esposizione, con le corrispondenti immagini della Sistina.
Nel 1533, ventiquattro anni dopo i lavori nella volta, l’artista, chiamato da Clemente VII, tornò nuovamente a lavorare nella Sistina. Michelangelo oramai sessantaduenne abbandonò l’impianto architettonico con cui aveva delineato i nove episodi della Genesi, per dar vita all’immagine sublime del Giudizio finale, per cui eliminò gli affreschi preesistenti, tra cui l’Assunzione del Perugino. Il grande affresco, inaugurato il primo di novembre del 1541, susciterà scandalo e clamore, tra visioni di angeli senza ali e la nudità dei corpi per cui, l’allievo e amico di Michelangelo, Daniele da Volterra, dovrà porre riparo, coprendo, alla morte dell’artista, le figure nude, fino a rimaner noto con l’appellativo di "braghettone". In mostra, si ammira l'unico progetto complessivo per il Giudizio finale sopravvissuto al rogo nel quale Michelangelo, negli ultimi anni della sua vita, volle eliminare gran parte dei suoi disegni romani, affinché, come racconta il Vasari, "nessuno vedesse le fatiche durate da lui et i modi di tentare l'ingegno suo, per non apparire se non perfetto".
© Ufficio stampa
Michelangelo Buonarroti
Michelangelo e la Cappella Sistina nei disegni autografi della Casa Buonarroti
La mostra sarà aperta al pubblico fino a venerdì 7 dicembre.
Ingresso: libero
Orari: mercoledì 31 dalle 14 alle 20 (ingresso fino alle 19), dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 20 (ingresso fino alle 19), sabato dalle 10 alle 13 (ingresso fino alle 12); chiuso le domeniche e giovedì 1 novembre.
Biblioteca della Camera dei Deputati
via del Seminario 76
Roma
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