fino al 4 novembre 2012

Gabriella Benedini fa sognare allo Spazio Oberdan

01 Nov 2012 - 17:57
 Gabriella Benedini © Gianni Marussi

 Gabriella Benedini © Gianni Marussi

 La ripresa culturale milanese dopo questa lunga calda estate ha in gran parte, come comune denominatore nelle esposizioni, il sogno, il ricordo, la poesia. Tutte queste componenti sono presenti nella splendida mostra che Gabriella Benedini, grazie alla Provincia di Milanodall’Associazione “Cento Amici del Libro”, con la curatela di Martina Corgnati, offre al visitatore allo Spazio Oberdan oltre cinquanta fra le sue opere più recenti.
La prima importante personale dedicata alla grande artista lombarda nella città dove vive e lavora da cinquant’anni sotto il segno della riservatezza.
Chi non ha raccolto sulla battigia o tra le rocce, sassi, conchiglie, oggetti che la forza del mare ha ributtato, resi altro dal continuo lavorio delle onde e della risacca. Quando eravamo bambini li portavamo a casa trionfanti come tesori ritrovati.
Ebbene con somma pazienza Gabriella li ha raccolti, selezionati e "ripuliti", depositati nello spazio del suo studio e poi fatti rivivere sotto forme scultoree o vivificati in libri d'artista dove la carta li accoglie con segni sicuri e precisi a collegarsi a versi poetici. Così il mare ligure rivive in un percorso che si snoda in nove sale, metafora del viaggio e sotto il cielo delle costellazioni.
Costellazioni, Arpe Navigazioni sono infatti le direttrici di questo viaggio nella meditazione e nel silenzio, dove la pulizia formale si coniuga con interventi essenziali.
Tutto questo sapere culmina nella sala della Bibliotheca, con sezioni di aritmetica, geometria, astronomia e musica, arti e campi di catalogazione del sapere medioevale.
Un film in bianco e nero del 1973 di Gabriella, sul tema dell’inquinamento, termina il percorso.

“Sin dalle prime stagioni del suo lungo e paziente operare artistico – sottolinea la curatrice Martina Corgnati - Gabriella Benedini ha avvertito  la necessità dell’altro, dell’incontro con cose lungamente appartenute al mondo e successivamente minate da consunzione, tanto da finire, da essere gettate ai margini del flusso del tempo e diventare detriti perduti incapaci di riscatto e di auto-conservazione, povere scaglie abbandonate, private di tutto fuorché della memoria imperfetta di ciò che erano, un tempo, state”.

"Forse si tratta non di suoni ma di ultrasuoni emanati non da forme materiali (anche se costruite con legno, metallo, tela) ma da forme immateriali che l’artista ha pensato, ideato, e poi misteriosamente ricavato da assemblaggi di materiali trovati, manipolati e piegati ai suoi reconditi fini o che gli stessi materiali hanno finito per suscitare nella sua mente. Giacché è qui una delle caratteristiche essenziali di queste opere – punto d’arrivo d’una lunga e tortuosa strada percorsa dall’artista, quella di nascere quasi sempre dall’incontro di un’idea con un elemento oggettuale. Per cui l’opera […] si sviluppa da questo incontro fortuito per raggiungere quella combinazione che -unica- può trasformarsi in matrice dell’immagine “incarnata"."
Gillo Dorfles

© Ufficio stampa

© Ufficio stampa

 Gabriella Benedini nello studio

Catalogo: Skira con testi critici di Martina Corgnati e Sandro Parmiggiani - edizione bilingue (italiano-inglese)
24 x 28 cm, 72 pagine, 44 colori e 1 b/n, brossura, ISBN 978-88-572-1615-7, € 28,00
Il volume "Gabriella Benedini Non si riposa il mare", a cura di Martina Corgnati, presenta oltre cinquanta fra le opere più recenti della produzione polimaterica di Gabriella Benedini, appartenenti alle serie delle "Costellazioni", "Arpe" e "Navigazioni": lavori ambientali creati per lo più con materiali di recupero, raccolti pazientemente sulle spiagge della Liguria, ai quali l’artista offre una seconda possibilità di vita. Il “metodo” dell’artista si basa così sulla perlustrazione di occasioni poetiche, sulla curiosità per il detrito, sulla rivitalizzazione delle piccole cose. Il risultato è un affascinante percorso che porta il lettore ad esplorare un vero e proprio universo ispirato per lo più dalla metafora della navigazione, del viaggio e dell’emisfero celeste, elemento dialettico di orientamento e di relazione. L’artista legge l’immagine in trasparenza, la ordina in base alle interne affinità elettive, alle assonanze, alle vibrazioni che vi indovina, e la inserisce così nel contesto giusto. La sua memoria è sempre attiva perché impegnata nel recupero del fondamento culturale, morfologico e simbolico posto alle spalle dell’immagine; grazie a questo suo continuo, infaticabile esercizio, ogni opera diventa qualcosa di originale, di imprevedibile e unico, dotata di una personalità propria, di un carattere talvolta più discreto e talvolta invece più pungente e incisivo, frammento di una complessa geografia dell’immaginario sulla quale l’artista ha disteso nel tempo la sua sensibile cartografia. Un viaggio nelle “stanze” fisiche e poetiche di Gabriella Benedini, attraverso navi, orizzonti, vele, astrolabi, relitti e preziose biblioteche.

Ingresso: libero
Orari:
mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-19.30; martedì e giovedì fino alle 22; chiuso il lunedì

Spazio Oberdan
viale Vittorio Veneto 2
20122 Milano
Tel. 02 7740.6302/6381 - www.provincia.milano.it/cultura - m.cecconi@provincia.milano.it

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