Il pittore della luce e la Biennale delle Illuminazioni
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Capolavori in mostra
Anticlassico, attuale, contemporaneo. Tintoretto è il pittore della luce, “l’artista che se fosse vissuto ai giorni nostri non avrebbe esitato a lasciar cadere il pennello per valersi di tubi al neon”.
E’ quanto afferma il critico Renato Barilli all’appuntamento di Meetings on Art, la rassegna organizzata dalla Biennale di Venezia in occasione della 54^ Esposizione Internazionale d’Arte, dedicato al maestro veneziano.
L’Ultima Cena, il Trafugamento del corpo di San Marco e la Creazione degli animali sono le tre grandi tele concesse in prestito dalla Soprintendenza per il Polo Museale Veneziano e che saranno esposte nel Padiglione Centrale ai Giardini fino al 27 novembre.
“L’arte di Tintoretto - evidenzia la curatrice Bice Curiger - è eterodossa e sperimentale e si distingue per un marcato trattamento della luce. La presenza di questi dipinti alla Biennale deriva dalla convinzione che, con la loro immediatezza pittorica, possano rivolgersi ancora oggi a un pubblico contemporaneo”.
“Da lui, insomma, parte una tradizione che - conclude Barilli - giunge fino a Lucio Fontana, a Dan Flavin, Bruce Nauman, a Mario Merz, a tutti coloro che ai nostri tempi hanno condotto un processo di smaterializzazione dei corpi preferendo ricavarne tracce luminose quasi impalpabili”.