dal 20/10/2010 al 26/02/2012

Le luci del Midì scolpiscono i colori di Cézanne

Paul Cézanne per la prima volta esposto a Milano

02 Feb 2012 - 19:00
Bagnante vicino ad una roccia, 1860-1866 © Gianni Marussi

Bagnante vicino ad una roccia, 1860-1866 © Gianni Marussi

Dal 20 ottobre 2011 fino al 26 febbraio 2012 a  Palazzo Reale di Milano la mostra "Cézanne. Les Ateliers du Midi".

Il grande Maestro di Aix esposto per la prima volta a Milano.
Si colma una notevole lacuna.
 
Grazie a Skira che nella persona di Massimo Vitta Zelman l'ha fortemente voluta e da sempre agognata.
Tre anni di lavoro, due milioni di euro il costo, che in un periodo in cui le Istituzioni sono carenti quasi totalmente di fondi, ha visto l'editore divenire produttore e ricercatore di sponsor. 
In esposizione circa quaranta opere, trenta tra disegni ed acquarelli, provenienti dai maggiori musei del mondo, tra i quali il Musée d’Orsay, il Musée Granet di Aix-en-Provence, l’Ateneum Art Museum di Helsinki, la Tate National di Londra, il Chrysler Museum of Art di Norkolk.
Il Midì che ha visto la nascita pittorica di Paul Cézanne e il suo crescere, fino all'ultima passeggiata per dipingere nella foresta. Amore per la pittura in plain air che a lui fu fatale, perchè sorpreso da una tempesta che gli costò una congestione e una polmonite e in pochi giorni spense la sua esistenza.
Aveva detto Cézanne: "Ho giurato a me stesso di morire dipingendo"

La mostra ripercorre attraverso gli affreschi, gli olii, i disegni e gli acquarelli, i ritratti di amici e familiari, le nature morte, la sua vita e la sua evoluzione artistica che fu determinante per il Cubismo e il Surrealismo e non solo. 
Per Henri Matisse "Cézanne è il nostro Maestro in tutto"  e per Pablo Picasso :" Il mio solo e unico maestro... era come un padre per tutti noi."
Lui il  precursore dell'arte del Novecento, si stacca dai compagni di strada del Salon des Refusés perchè per lui l'emozione, la vibrazione emotiva del colore, non era sufficiente.
"La tesi da sviluppare è, qualsiasi sia il nostro temperamento o capacità di fronte alla natura, riprodurre ciò che vediamo, dimenticando tutto quello che c'è stato prima di noi. Il che, penso, permette all'artista di esprimere tutta la sua personalità, grande o piccola."

Doveva entrare nel cuore della Natura, carpirne le regole e le architetture. "Tutto si riassume in questo: avere delle sensazioni e leggere la Natura" e ancora: "Il pittore deve consacrarsi interamente allo studio della natura, e sforzarsi di produrre quadri che siano un insegnamento.  In natura, tutto è modellato secondo tre modalità fondamentali: la sfera, il cono e il cilindro. Bisogna imparare a dipingere queste semplicissime figure, poi si potrà fare tutto ciò che si vuole."
Cézanne, di antenati piemontesi di Cesana Torinese, da cui il cognome, nato ad Aix en Provence (Francia) nel 1839, primogenito di Louis Auguste, proprietario di una fabbrica di cappelli, e di Anne Elisabeth Honorine Aubert, operaia nella stessa fabbrica, ebbe un inizio non facile. Benchè proveniente da una famiglia agiata, la sua attività non era vista in modo positivo soprattutto dal padre, che lo voleva iscritto alla Facoltà di Legge.  La sua straordinaria e personalissima attività pittorica fu poco compresa e molto osteggiata durante la sua vita, anche per il suo non facile carattere,  e rivalutata, invece, dopo la sua morte, proprio con una grande mostra al Salon d'Automne, nel febbraio del 1907:
Fece eccezione solo Georges Rivière: «L'artista più attaccato, più maltrattato da quindici anni dalla stampa e dal pubblico, è Cézanne. Egli è, nelle sue opere, un Greco della belle époque; le sue tele hanno la calma, la serenità eroica delle pitture e delle terrecotte antiche, e gli ignoranti che ridono davanti alle Bagnanti, per esempio, mi fanno l'effetto dei Barbari che criticano il Partenone. Il signor Cézanne è un pittore e un grande pittore. Coloro che non hanno mai tenuto in mano una pennellessa o una matita hanno detto che non sa disegnare, e gli hanno rimproverato delle imperfezioni che non sono che un raffinamento ottenuto attraverso un'enorme scienza... la sua pittura ha l'inesprimibile fascino dell'antichità biblica e greca, i movimenti dei personaggi sono semplici e grandi come nelle sculture antiche, i paesaggi hanno una maestà imponente, e le sue nature morte così belle, così esatte nei rapporti tonali hanno, nella loro verità, qualcosa di solenne. In tutti i suoi dipinti, l'artista commuove, perché egli stesso prova, davanti alla natura, un'emozione violenta che l'abilità trasmette alla tela».
Il percorso della mostra a Palazzo Reale segue la biografia dell’artista, intrecciandone però le tematiche più care e congeniali, dalle prime opere realizzate attorno al 1860, affreschi nella casa paterna raffiguranti  "Les quatre saisons" (Petit Palais), alle opere degli inizi del Novecento. Il visitatore potrà così ripercorrere, grazie all'allestimento della mostra, la vita artistica di Cézanne, guidato dalla sua scrittura che funge da metronomo, utile per capirne i passaggi.
"Qui è il mio atelier. Al di fuori di me non ci entra nessuno, ma siccome voi siete un amico vi farò entrare con me..."
E con questo invito entrate negli Ateliers du Midi a scoprire le tappe dell'opera straordinaria di un artista che sconvolse un'intera generazione di nuovi artisti.
Il catalogo della mostra è Skira che pubblica anche altri tre volumi: Mi ricordo Cézanne di Emile Bernard; L’architettura di Cézanne di Vittorio Gregotti e Le modelle di Paul di Cristina Cappa Legora, per i visitatori più piccoli.
© Gianni Marussi

© Gianni Marussi

 Autoritratto

Parola d’ordine: solidificare la natura di Lorella Giudici

L’ossessione più grande di Cézanne non era quella di saper dipingere un albero, una mela, un volto. Il suo più grande cruccio era di riuscire a fermare nella pittura ciò che nella realtà è di norma transitorio e perituro, perché (e lo aveva confessato in una lettera a Pissarro) mentre la vita scorre e cambia, “la pittura resta”  .
E dunque, proprio per questo, la natura non poteva essere semplicemente copiata, ma andava ricostruita pezzo dopo pezzo, filtrata prima dalla mente e poi trattata “con il cilindro, la sfera, il cono, il tutto situato in prospettiva, in modo che ogni lato di un oggetto, di un piano, si diriga verso un punto cardinale”. In una parola, andava solidificata per allontanarla dal volubile palpito dell’impressionismo, per salvarla dal capriccio del tempo, per poterla afferrare fino in fondo, pur nella consapevolezza di una fragilità originaria e ineluttabile.
“Era ossessionato dalla verità” ricorda l’amico Émile Bernard (il cui racconto è stato di recente pubblicato da Skira, Mi ricordo Cézanne – accompagnato da una bella postfazione di Flaminio Gualdoni -, dal quale abbiamo tratto tutte le citazioni che seguiranno), “Insisteva continuamente sulla necessità di una scienza dell’ottica e di possedere una logica”. E ancora: “Il suo metodo di lavoro era una perenne meditazione”. Cézanne cerca la verità della pittura attraverso la pittura stessa. Non a caso, pur dipingendo spesso en plein air, i suoi paesaggi non sono mai toccati dal contingente, non risentono delle stagioni, non rincorrono l’impressione, al contrario, cercano il plasticismo, la corposità delle forme, dalle quali non riesce però a cancellare quella vulnerabilità che continuamente e subdolamente le minaccia. “Non faceva che interpretare – racconta ancora Bernard – non copiava affatto quello che vedeva. La sua ottica, dunque, era più nel cervello che nell’occhio”. Nascono così alberi dalle chiome turgide e gonfie d’aria; monti (il Sainte Victoire era il profilo più caro) costruiti con tacche intrise di luce e di pensieri; nature morte dalle superfici dure e trasparenti come il vetro e dalle impalcature fragili e provvisorie perché prive di punti di appoggio, sprovviste delle normali certezze prospettiche. Le sue mele, i suoi cesti, le bottiglie o le stoviglie (ma anche i corpi e gli arredi) non trovano uno spazio che li accoglie, ma una superficie che mal li sopporta. Mentre le sagome che li formano nascono da mosaici di verdi silenziosi e impensieriti, di ocra dure come cocci e di blu limpidi come il cristallo, i piani si moltiplicano in un caleidoscopico gioco di vicinanze e di lontananze. Anche la profondità è insidiosa, perché non assicura stabilità, ma continui adattamenti e difficili equilibri. Cézanne, senza mai allontanarsi dal vero, ha cambiato i codici della pittura e ha gettato le basi del cubismo. E le sue ultime raccomandazioni all’amico Bernard sono lucide e perentorie: “Non si è mai né troppo scrupolosi, né troppo sinceri, né troppo sottomessi alla natura; ma si è più o meno padroni del proprio modello, e soprattutto dei propri mezzi espressivi. Penetrare ciò che si ha innanzi, e continuare a esprimersi il più logicamente possibili”. 

1)  La  lettera, datata aprile 1876, è ora in P. Cézanne, Lettere, a cura di E. Pontiggia, SE, Milano 1985, pp. 60-61

© Gianni Marussi

© Gianni Marussi

Cézanne. Les Ateliers du Midi

Informazioni

Cézanne. Les Ateliers du Midi
Dal 20 ottobre 2011 al 26 febbraio 2012

ORARI:  Lunedì: 14.30-19.30; Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica: 9.30-19.30; Giovedì e Sabato: 9.30-22.30
La biglietteria chiude un'ora prima

INFORMAZIONI: Infoline: 02.92800375 (dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30)

PRENOTAZIONI SCUOLE: (biglietti, visite guidate) (diritto di prevendita € 1,00 a persona)
Ufficio scuole: 02.92800375 (dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30; pagamento: carta di credito o bonifico)

PRENOTAZIONI GRUPPI: (biglietti e visite guidate) (diritto di prevendita € 1,50 a persona)
Ufficio gruppi: 02.92800375 (dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30; pagamento: carta di credito o bonifico)

PREVENDITA BIGLIETTI: (diritto di prevendita € 1,50 a persona)
Infoline: 02.92800375 (dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30; pagamento: carta di credito o bonifico)
Punti vendita Vivaticket nelle principali città italiane
Bookstore Skira presso il Design Supermarket della Rinascente (piano -1)

PREZZI DEI BIGLIETTI: Intero € 9,00, Ridotto € 7,50, Ridotto scuole € 4,50, Ridotto famiglia € 16,50

RADIOGUIDE: Per i gruppi e le scuole (medie e superiori) con guida, in mostra è obbligatorio l'utilizzo delle radioguide.
I sistemi, per coloro che ne fossero sprovvisti, possono essere noleggiati direttamente in mostra.
Gruppi € 30,00; Scuole (a classe) € 15,00

Palazzo Reale
piazza Duomo, 12
20121 MILANO
Tel. 02.92800375

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