Cézanne, di antenati piemontesi di Cesana Torinese, da cui il cognome, nato ad Aix en Provence (Francia) nel 1839, primogenito di Louis Auguste, proprietario di una fabbrica di cappelli, e di Anne Elisabeth Honorine Aubert, operaia nella stessa fabbrica, ebbe un inizio non facile. Benchè proveniente da una famiglia agiata, la sua attività non era vista in modo positivo soprattutto dal padre, che lo voleva iscritto alla Facoltà di Legge. La sua straordinaria e personalissima attività pittorica fu poco compresa e molto osteggiata durante la sua vita, anche per il suo non facile carattere, e rivalutata, invece, dopo la sua morte, proprio con una grande mostra al Salon d'Automne, nel febbraio del 1907:
Fece eccezione solo Georges Rivière: «L'artista più attaccato, più maltrattato da quindici anni dalla stampa e dal pubblico, è Cézanne. Egli è, nelle sue opere, un Greco della belle époque; le sue tele hanno la calma, la serenità eroica delle pitture e delle terrecotte antiche, e gli ignoranti che ridono davanti alle Bagnanti, per esempio, mi fanno l'effetto dei Barbari che criticano il Partenone. Il signor Cézanne è un pittore e un grande pittore. Coloro che non hanno mai tenuto in mano una pennellessa o una matita hanno detto che non sa disegnare, e gli hanno rimproverato delle imperfezioni che non sono che un raffinamento ottenuto attraverso un'enorme scienza... la sua pittura ha l'inesprimibile fascino dell'antichità biblica e greca, i movimenti dei personaggi sono semplici e grandi come nelle sculture antiche, i paesaggi hanno una maestà imponente, e le sue nature morte così belle, così esatte nei rapporti tonali hanno, nella loro verità, qualcosa di solenne. In tutti i suoi dipinti, l'artista commuove, perché egli stesso prova, davanti alla natura, un'emozione violenta che l'abilità trasmette alla tela».