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Milano Design Film Festival incontra Alejandro Aravena

"Rendere le città più sostenibili, tolleranti, resilienti rispetto alle emergenze ambientali, in una parola: più vivibili", così Aravena spiega la sua visione dell'architettura

19 Lug 2016 - 10:37

L'architettura come opportunità per migliorare la vita delle persone. E' stato questo il filo conduttore che ha visto l'architetto di fama internazionale, Alejandro Aravena, premio Pritzker 2016, "sbarcare" a Milano per l'incontro voluto dal Milano Design Film Festival. Un'occasione per confrontarsi sul tema del cambiamento e delle criticità delle periferie di oggi.

"Il MDFF cresce e si configura non solo come rassegna di film dedicata ai temi del deisgn e dell'architettura, ma anche come piattaforma di confronto a livello internazionale", ha spiegato Silvia Robertazzi, fondatrice, assieme ad Antonella Dedini del MDFF.

Il linguaggio video e l'apertura di nuove "frontiere" di confronto - "Il linguaggio video - ha sottolineato la Dedini, spiegando l'origine del MDDF - ha un'immediatezza e una comprensibilità tale che permette di arrivare a un pubblico non solo di addetti ai lavori, rendendo possibile così un confronto a più ampio margine".

Artemide e la "signora della fotonica" - Tra i maggiori sostenitori del progetto del MDFF, Artemide, a fianco alla rassegna fin dalla sua prima edizione nel 2013. Artemide, con la sua vice presidente, Carlotta De Bevilacqua, che ha preso parte all'incontro con Alejandro Aravena, è da sempre sensibile ai valori fondamentali del rapporto fra luce e umanità. Apripista nel campo della ricerca, oggi guarda al mondo della fotonica in cui la luce è intesa come futuro canale di comunicazione e interazione in grado di trasportare energia, dati e informazioni.

Aravena, l'architetto del "sociale" - Rendere le città più sostenibili, tolleranti, resilienti rispetto alle emergenze ambientali, in una parola: più vivibili. E' questo il fine ultimo dell'architettura di Aravena. "Il concetto di qualità della vita si estende dai bisogni fisici primari alle dimensioni più astratte della condizione umana - ha spiegato l'architetto cileno -. Ne consegue che migliorare la qualità dell'ambiente edificato è una sfida che va combattuta su molti fronti, dal garantire standard di vita pratici e concreti all'interpretare e realizzare desideri umani, dal rispettare il singolo individuo al prendersi cura del bene comune, dall'accogliere lo svolgimento delle attività quotidiane al favorire l'espansione delle frontiere della civilizzazione".