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Il Fai inaugura il cantiere per il restauro e la valorizzazione della malga di Quero Vas (Belluno)

Le bandiere italiana ed europea sventolano sui pascoli di Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt

Il Fai inaugura il cantiere per il restauro e la valorizzazione della malga di Quero Vas (Belluno) - foto 1
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A Quero Vas (Belluno), il FAI – Fondo Ambiente Italiano ha inaugurato il cantiere per il recupero paesaggistico e ambientale e per la valorizzazione del patrimonio storico e documentale di Monte Fontana Secca, centocinquanta ettari di boschi e pascoli d'alta quota ricevuti in donazione nel 2015 da Liliana e Bruno Collavo - in memoria dei genitori Aldo Collavo ed Erminia Secco - compresi tra le cime del Monte Valderoa, del Monte Solarolo e del Monte Fontana Secca, nella porzione sud-orientale del Massiccio del Monte Grappa.

Già nel novembre del 2017 il Fai aveva detto "Torneranno i prati" lungo l'Alta via degli Eroi, citando il film di Ermanno Olmi che mette in scena una lunga notte di battaglia tra l'esercito italiano e quello austriaco nel 1917. Ora, a meno di due anni di distanza, la bandiera italiana e quella europea tornano a sventolare alla malga di Monte Fontana Secca. Il tricolore segna il ricordo indelebile della storia che si è compiuta su queste terre. La bandiera europea è invece emblema di progresso etico e culturale: le nazioni che un tempo si fronteggiarono su questo campo di battaglia oggi sono amiche, un traguardo di civiltà e fratellanza che i giovani morti tra queste trincee non avrebbero mai nemmeno potuto sognare.

Il Progetto Alpe - La sacralità del passato di questi luoghi si unisce dunque alla prospettiva di rinascita che prende avvio con l'apertura del cantiere a Monte Fontana Secca, attraverso un percorso di sviluppo produttivo e contemporaneo. Il medesimo spirito anima la più recente sfida della Fondazione, il Progetto Alpe, che testimonia la nuova attenzione del Fai per le terre alte delle aree interne d'Italia. Il Progetto Alpe si concretizzerà, a partire dal 2020, in un nuovo e ambizioso impegno a lungo termine, la cui missione è restaurare architetture e paesaggio storico, per offrire un racconto inedito dei luoghi e per rivitalizzare agricoltura e produzione locali secondo natura e tradizione. In questo solco, l'obiettivo del FAI a Monte Fontana Secca è quello di reperire tutti i finanziamenti necessari per chiudere i lavori entro il 2022, affinché la malga possa essere presto restaurata e aperta al pubblico. 
 
Il progetto di restauro e valorizzazione della malga prevede sia la riattivazione dell'alpeggio che la mappatura delle trincee e l'allestimento di uno spazio dedicato al racconto e alle memorie della Prima Guerra Mondiale.

Il progetto di recupero paesaggistico e ambientale - Il Fai ha messo a punto un progetto per la riqualificazione e gestione dei pascoli e delle aree forestali e per il restauro e l'adeguamento funzionale degli edifici della Malga Fontana Secca (alloggio del malgaro, casera, stalla). Oltre a ospitare le tradizionali attività dell'alpeggio - allevamento stagionale di bovini e produzione casearia - la malga potrà diventare un importante punto di sosta lungo il tracciato dell'Alta Via degli Eroi, offrendo servizi essenziali di accoglienza e pernottamento a bivacco. L'intervento sugli edifici è volto alla conservazione degli elementi tipologici e architettonici della tradizione rurale, con il minor impatto possibile sui fabbricati esistenti. L'autosufficienza energetica della struttura sarà garantita dall'utilizzo di fonti di energia rinnovabili.

Il progetto prevede inoltre il recupero del sentiero sul crinale del Monte Fontana Secca, allo scopo di creare un percorso escursionistico con vista sulle Dolomiti, sul Piave e sulla pianura veneta fino a Venezia: una mulattiera panoramica, lungo la quale si aprono grotte e trincee scavate dagli eserciti italiano e austriaco, ancora piene di macerie, da cui spuntano ferraglie e resti di armi.

Il progetto di valorizzazione - Accanto al cantiere di restauro, il Fai ha già aperto un "cantiere della conoscenza" funzionale al progetto di valorizzazione della malga. Questo luogo diverrà infatti, oltre che meta di passeggiate nella natura e alla scoperta del paesaggio tipico e tradizionale dell'alpe sul Massiccio del Grappa, sede di un racconto dedicato alla storia che qui ha avuto una pagina significativa e drammatica nel 1917-1918, al culmine della Grande Guerra. 

Primo obiettivo: costruire un patrimonio di conoscenza originale e aggiornato sulle vicende storiche di quegli anni, sul Grappa, a Quero e in particolare a Monte Fontana Secca. Il Fai ha avviato a questo scopo un accordo di collaborazione con l'Università degli Studi di Padova affidato alla direzione scientifica del Professor Marco Mondini, docente di Storia Militare. A sostegno della ricerca sono state erogate nel 2018 due borse di studio a giovani studiosi che si sono dedicati alla ricerca archivistica e alla raccolta di materiale documentario, scritto, orale e iconografico, volta a ricostruire l'occupazione austriaca del territorio di Quero, l'impatto di questa sulla popolazione civile e le varie fasi della battaglia di Monte Fontana Secca (22 novembre 1917, come le recenti ricerche hanno precisato).

Grazie a un finanziamento erogato dal Mibac, inoltre, sarà possibile riversare e organizzare le informazioni raccolte su una piattaforma digitale interattiva a disposizione del pubblico, che potrà così visualizzare virtualmente il paesaggio storico ricostruito nei diversi momenti della guerra, di cui questo luogo è stato fisicamente teatro, con le linee del fronte, i movimenti degli eserciti e gli apprestamenti bellici conservati e documentati, a cominciare dalle trincee.