22 febbraio - 30 giugno

A Trieste in mostra "Van Gogh": oltre 50 capolavori dell'artista

L'esposizione, che verrà ospitata dal Museo Revoltella dal 22 febbraio al 30 giugno, è ideata e prodotta da Arthemisia e organizzata con il Comune di Trieste, in collaborazione con il Museo Kröller-Müller di Otterlo

21 Feb 2024 - 16:32
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Dal 22 febbraio al 30 giugno, il Museo Revoltella di Trieste ospiterà l'esposizione "Van Gogh": saranno esposti . Si tratta della cosiddetta "mostra dei record", visitata in pochi mesi da 600mila visitatori a Roma. Promossa e organizzata dal Comune di Trieste - Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di PromoTurismo FVG e del Trieste Convention and Visitors Bureau, con il contributo della Fondazione CRTrieste, "Van Gogh" è prodotta da Arthemisia e realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo. In mostra oltre 50 capolavori dell'artista, tra cui opere iconiche quali "L'Arlesiana (da Gauguin)", "Ritratto di uomo (Ritratto di Joseph-Michel Ginoux)", "Il Seminatore" e "Il Giardiniere". 

La mostra - La mostra - curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti - documenta in ordine cronologico l'intero percorso del pittore. Parte dal racconto approfondito dei primi cinque anni di attività dell'artista, soffermandosi sugli scuri paesaggi della sua giovinezza e sulle numerose figure dedite al lavoro della terra. Gli anni che vanno dal 1881 al 1885 sono determinanti, contano più di quanto non appaia dalle opere stesse. Van Gogh si limita principalmente al disegno, è consapevole di dover avere pieno possesso degli strumenti tecnici per poter diventare un pittore: "non dovete pensare che io abbia messo da parte l'acquerello o la pittura. Certo che ci penso, ma il disegno è l’origine di tutto" e ancora "non ho mai rimpianto un solo istante il fatto di non aver cominciato subito facendo acquerelli e pittura. So per certo che arriverò se continuerò a lavorare nonostante le difficoltà, in modo che la mia mano non abbia incertezze nel disegno e nella prospettiva". 

Un nutrito numero di disegni è dedicato al tema dei seminatori, dei raccoglitori di patate, dei boscaioli e delle contadine dedite a mansioni domestiche. La grandezza dell'artista si rivela nell'espressività dei volti, negli atteggiamenti dei corpi, nella fatica intesa come ineluttabile destino. 
Nei due anni del soggiorno parigino, 1886-1888, Vincent assorbe il clima artistico vitale della città, si lega ad artisti come Émile Bernard, Toulouse-Lautrec e Louis Anquetin. Definisce sé stesso e gli amici come gli artisti del Petit Boulevard, mentre riserva ai grandi protagonisti dell'Impressionismo, come Monet, Degas, Renoir, Sisley e Pissarro, l'appellativo di artisti del Grand Boulevard. Van Gogh si dedica a un'accurata ricerca del colore sulla scia impressionista conquistando un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante, che si rende evidente dopo il trasferimento ad Arles. 

L'immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1888, genera sconvolgimenti emotivi ancora maggiori, che lo portano verso eccessi cromatici, che con la forza del tratto, delle vibranti e violente pennellate, rendono la rappresentazione della natura un esempio unico nella storia dell'arte. 

L'esilio volontario nella primavera del 1889 nell'ospedale psichiatrico di Saint Paul de Mausole, vicino a Saint Remy sigla un periodo non sempre sereno ma artisticamente fecondo. L'arte di Van Gogh tocca vertici fino ad allora mai raggiunti, individuando nel rapporto con la natura e con gli esseri umani nuove forme di bellezza. Ecco, quindi, che torna l'immagine de "Il Seminatore" realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore. E così "Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy" (1889) assume l'aspetto di un intricato tumulto. 

Negli ultimi tre mesi trascorsi a Auvers-sur-Oise, pur oscurati da una nube sempre presente, Van Gogh produce un gran numero di opere. A fine luglio 1890, decide di porre fine alla sua esistenza.

La mostra sarà arricchita da una presenza speciale: i due ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (i proprietari del Café de la Gare di Arles frequentato da Van Gogh), realizzati nel 1890 e conservati rispettivamente l'uno presso il Kröller-Müller Museum di Otterlo - prestatore di quasi tutte le opere presenti in mostra - e l'altra alla Galleria Nazionale di Roma, a cui si deve anche il prestito di un'altra opera di grande bellezza: "Il Giardiniere".

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