Tête-à-tête con lo chef Pasquale D'Aniello
C’è un locale a Bologna da segnare in agenda. Un nome che racconta una città in perpetuo divenire, modello di inclusione e integrazione. La Porta Restaurant sorge nella zona fieristica del capoluogo emiliano, in prossimità di Porta Europa, la tredicesima porta all’ombra delle due torri. Varcando l’entrata del locale si è subito abbracciati da un’atmosfera contemporanea e internazionale: tutto emana multiculturalità, dalla location al personale fino ai sapori e alle tecniche di preparazione utilizzate. Il concept del locale si esprime nel mood “La Porta Restaurant, un senso di ristorazione”, inteso come dare un senso a tutto ciò che riguarda il locale. Dalla gestione del personale, alla ricerca sui prodotti, al luogo come comunità di riferimento, ad iniziative a favore di altri come quelle organizzate assieme ad Azione contro la Fame, di cui sono ambasciatori da cinque anni.
La cucina, tradizionale con tocchi gourmet, è capitanata dallo chef Pasquale D’Aniello. Piatti semplici ma curati fin nei minimi particolari, con grande attenzione rivolta ai prodotti del territorio, per un risultato gastronomico di grande effetto che valorizza con armonia l’equilibrio dei contrasti.
Lo abbiamo intervistato con 12 domande a bruciapelo, per conoscere meglio la personalità creativa che sta sul palcoscenico de La Porta Restaurant e la sua filosofia culinaria.
Pasquale, qual è l’ingrediente di cui proprio non riesci a fare a meno?
Il limone.
Qual è il sapore della tua memoria, che ti evoca l’infanzia?
Il ragù napoletano.
E invece, il tuo piatto del cuore?
I moscardini alla Luciana, è stato il primo piatto con cui ho iniziato a cucinare.
Qual è il piatto che ha riscosso più successo?
Il piatto che ha avuto più successo è il roll di pollo con salsa di peperoni arrosto e polvere di olive. Un piatto che ricorda i sapori di casa.
Descrivi la tua cucina in tre aggettivi
Semplice, genuina e… creativa.
Se la tua cucina fosse un film, quale sarebbe?
Il sapore del successo.
E se fosse una canzone?
Se fosse una canzone sarebbe Albachiara di Vasco Rossi.
Quali sono i giudici che temi di più?
Assolutamente i clienti.
Il tuo ristorante preferito?
Villa crespi a Orta San Giulio.
Ci sveli un tuo difetto?
Essere permaloso.
E un tuo pregio?
Essere preciso.
Cosa consigli ai giovani che vogliono iniziare questo lavoro?
Consiglio di affrontarlo con tanta passione, perché sono molti i sacrifici da superare.
Di Indira Fassioni
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