Il presidente Usa"evita l'ultimatum e parla di intese commerciali. Sconcerto tra i leader europei. Il Cremlino conferma lo stallo: "Faremo accordi solo dopo l'eliminazione delle cause della guerra"
di Luca PesanteDoveva tracciare una linea rossa per la tregua, invece ha scelto quella del disimpegno: "Senza progressi sono pronto a sfilarmi dalla crisi ucraina" ha commentato Trump dopo la telefonata con Putin. "Questa è una guerra tra europei" – ha aggiunto, completando l'equazione dicendosi "preoccupato delle nuove basi russe al confine con la Finlandia".
Nulla di realmente nuovo: dallo scorso mandato all'ultima campagna elettorale, fino ai primi passi da neopresidente, Trump ha esplicitato in ogni modo la sua intesa con Putin. Le cronache di queste ore riferiscono di stupore e disappunto di fronte alla deferenza tra tycoon e zar, da parte dei leader europei che, neppure un'ora prima della chiamata, concordavano con lui la formula di un sostanziale ultimatum.
L'americano doveva chiedere al russo un cessate il fuoco immediato e preventivo, e invece dai resoconti dei testimoni è emersa una cordiale e lunga conversazione tra aneddoti personali, propositi di accordi commerciali e mirati accenni alla crisi militare.
Gran Bretagna e Unione Europea hanno quindi subito varato nuovi pacchetti di sanzioni. Washington invece frena: "Potrebbero compromettere nuovi colloqui con Mosca", secondo il segretario di Stato Marco Rubio. È il Cremlino a certificare lo stallo, ripetendo la formula di sempre: "Faremo accordi quando avremo eliminato le cause della guerra", ribadisce Maria Zacharova, voce del ministero degli Esteri.
È il fronte il più autorevole termometro della guerra, consegnando una circostanza del tutto insolita. Proprio mentre a Sumi, a un passo dal confine russo, i missili di Mosca uccidevano sei soldati ucraini, in contemporanea, a una manciata di chilometri, nel Kursk prima occupato poi in parte riconquistato, giungeva in visita Vladimir Putin in persona.