Mosca respinge il piano di pace americano su Donbass e Crimea. Putin: "Pronti a combattere se l'Europa vuole la guerra". La NATO: "Essenziale continuare a inviare armi a Kiev"
di Francesca CantoIl meeting tra Volodymyr Zelensky e gli inviati della Casa Bianca Steve Witkoff e Jared Kushner - previsto per oggi a Bruxelles - non ci sarà più per motivazioni ancora poco chiare. I due sono volati a Washington dopo aver incontrato a Mosca il presidente russo Vladimir Putin, per cercare di convincerlo a sostenere il nuovo piano di pace degli Stati Uniti per l'Ucraina. Colloqui di cinque ore, quelli tra i delegati americani e lo zar, che si sono conclusi ancora una volta con un nulla di fatto: "Non abbiamo trovato un compromesso" - ha detto lo stesso consigliere di Putin Yuri Ushakov.
Mosca non intende cedere su tre punti fondamentali: la questione del Donbass, il riconoscimento internazionale dei territori rivendicati - come la Crimea - e la riduzione dell'esercito di Kiev. Allo stesso tempo, però, il Cremlino sembra desideroso di mantenere aperto il canale con la Casa Bianca e si affretta a comunicare che Putin non ha respinto il piano di pace di Trump e che una telefonata tra i due presidenti può essere organizzata in qualsiasi momento. Una precisazione che arriva dopo che il tycoon sempre più spazientito ha definito la guerra in Ucraina "un disastro difficile da risolvere".
La pace sembra ancora lontana, mentre la tensione è alle stelle dopo le minacce di Putin, che si dice pronto a combattere se l'Europa vorrà la guerra. "È essenziale che le armi continuino ad arrivare in Ucraina" - la replica del segretario generale della NATO Mark Rutte, arrivato al summit con i ministri degli Esteri dell'Alleanza Atlantica a Bruxelles. Dichiarazione rimarcata anche dal ministro Tajani: "Continueremo a sostenere l'Ucraina fino a quando non ci sarà la pace".