gli scenari

Russia-Ucraina, il ministro degli Esteri della Finlandia: "L'Ue ha un ruolo fondamentale"

Elina Valtonena a Tgcom24: "Il" modo in cui questa guerra si concluderà avrà enormi implicazioni sulla situazione di sicurezza dell'intera alleanza transatlantica, soprattutto per l'Ue"

di Alfredo Macchi
26 Nov 2025 - 20:08
04:12 

In questi giorni, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta negoziando un accordo di pace tra Russia e Ucraina. Qual è il ruolo dell’Europa? Cosa vuole l’Europa?

"Penso sia estremamente importante che si stia cercando di trovare una fine alla guerra che la Russia sta conducendo contro l’Ucraina. L’Europa svolge un ruolo essenziale in questo, naturalmente, in molti modi. Negli ultimi otto mesi, l’Europa è stata il maggiore, o dovrei dire quasi l’unico, fornitore di aiuti militari all’Ucraina attraverso sistemi di difesa e, ovviamente, mezzi economici e politici. E in futuro, il modo in cui questa guerra si concluderà avrà enormi implicazioni sulla situazione di sicurezza dell’intera alleanza transatlantica, soprattutto per l’Europa, perché sappiamo che la Russia, con l’attuale mentalità, sta cercando di individuare modi per indebolire l’Occidente in generale e sfruttare opportunità laddove si presentino"

Quindi l’Europa deve costruire la propria difesa. Come può prepararsi a questo tipo di minacce?

Dobbiamo sicuramente lavorare sulla nostra difesa e deterrenza. E credo che nell’ultimo vertice NATO, la scorsa estate, abbiamo preso le decisioni giuste per aumentare la nostra spesa per la difesa al 5%, il che significa che nei prossimi anni i Paesi europei dovranno aumentare significativamente i loro investimenti militari. Penso che sia una scelta pragmatica, e non perché temiamo che gli Stati Uniti riducano la loro presenza in Europa o l’impegno europeo in generale, ma è importante per noi perché vediamo che, per essere davvero forti anche in politica estera, serve una grande autonomia nella difesa. Perché, sfortunatamente, è ciò che gli autocrati di questo mondo, come la Russia, l’Iran o persino la Cina in una certa misura, rispettano. Quindi abbiamo bisogno di questo. E sarà difficile. Abbiamo bisogno, naturalmente, di crescita economica e competitività per poterlo realizzare. Ma allo stesso tempo dobbiamo davvero iniziare a spendere molto di più. È una guerra ibrida.

Siamo preparati?

Il punto è che la Russia è molto impegnata, e lo è da anni, soprattutto nel campo dell’informazione. Stanno sfruttando le debolezze delle nostre democrazie aperte e alimentando narrazioni favorevoli — direi — all’imperialismo russo, anche se probabilmente la gente non le riconosce come tali. Una delle narrazioni preferite dalla Russia è che l’invasione di un Paese confinante fosse necessaria perché la NATO si stava avvicinando troppo.La NATO è lì per difesa. La NATO non attacca Paesi, e certamente non la Russia. E il modo in cui la NATO si espande è che popoli liberi in nazioni democratiche scelgono di aderire, non per imposizione militare. Al contrario, la Russia o l’ex Unione Sovietica, si sono allargate solo con la forza, perché nessun popolo libero vuole unirsi a un’autocrazia. C’è una chiara differenza. Ma stanno sfruttando questa strategia di disinformazione per creare disordini politici qua e là. Allo stesso tempo, stanno usando diversi strumenti di guerra ibrida. Abbiamo visto sabotaggi, abbiamo visto droni nello spazio aereo europeo, cosa completamente inaccettabile.

Siamo pronti a contrastare tutto questo?

Siamo pronti, e lavoriamo costantemente sulla deterrenza. Credo che questa sia una questione non solo per i singoli Paesi colpiti, ma per la NATO e per l’Unione Europea. Stiamo lavorando su questa “barriera anti droni”. E credo sia importante capire che non si tratta di qualcosa che corre solo lungo il confine orientale dell’Europa, perché la realtà è che tentativi ostili di questo tipo possono verificarsi ovunque in Europa. Il principale obiettivo delle operazioni russe sembra essere l’Europa centrale, sì, ma anche parti dell’Europa meridionale, soprattutto nel campo della guerra informativa.

La Finlandia per molti anni è stata un Paese neutrale, poi è entrata nella NATO. Cosa cambia per il vostro Paese?

La Finlandia ha una geografia molto difficile, perché abbiamo 1.340 chilometri di confine con la Russia. E purtroppo la Russia o l’Unione Sovietica hanno cercato di invaderci molte volte. L’ultima è stata durante la Seconda guerra mondiale. Fortunatamente siamo riusciti a respingere l’invasione e la Finlandia è un Paese indipendente da quasi 110 anni. Abbiamo dovuto cedere parte del nostro territorio, ma siamo rimasti liberi. Non è stato lo stesso per i nostri amici baltici. I Paesi Baltici, che oggi sono membri dell’UE e della NATO, durante i 50 anni di occupazione sovietica hanno perso ricchezza, famiglie, centinaia di migliaia di persone sono state deportate in varie parti dell’Unione Sovietica senza sapere dove. L’Estonia, che alla fine della Seconda guerra mondiale aveva uno standard di vita simile a quello finlandese, alla fine degli anni ’80 aveva solo circa il 30% del tenore di vita di Finlandia e del resto dell’Occidente. E questo, ovviamente, è qualcosa che non vogliamo per nessuno.

Per rispondere alla sua domanda: la Finlandia ha sempre preso molto sul serio difesa e deterrenza, perché sappiamo — come tutti speriamo — che la Russia possa un giorno diventare una democrazia, con diritti civili per la sua popolazione. Ma potrebbe andare diversamente, perché in passato hanno avuto leader che volevano solo invadere altri Paesi e imporre il loro potere. Per respingere questo, serve una forte difesa e deterrenza. Fin dall’inizio, nei valori e nello stile di vita, siamo sempre stati un Paese occidentale, ma non avevamo margini di manovra. Probabilmente avremmo aderito alla NATO molto tempo fa, se fosse stato semplice. E comunque pensavamo forse di non averne bisogno, perché investiamo tantissimo nella difesa e collaboriamo con i nostri partner e alleati — oggi alleati a tutti gli effetti — e siamo partner NATO da 30 anni.In Finlandia la neutralità è stata imposta, non è stata una scelta volontaria di non allinearci militarmente. Era, in parte, una strategia di sopravvivenza. E quando è avvenuta l’invasione su vasta scala dell’Ucraina, allora la popolazione ha pensato: dobbiamo entrare nella NATO. E non solo per sentirci più sicuri, ma perché insieme alla Svezia, la Finlandia porta capacità considerevoli all’Alleanza. La Finlandia ha uno degli eserciti più forti d’Europa.

Se ci sarà un accordo di pace in Ucraina, la Russia rappresenterà ancora un pericolo? Alcuni in Europa dicono che ci potrebbe essere una guerra nei prossimi cinque anni.

Più lavoriamo sulla nostra difesa e sulla deterrenza e restiamo uniti come alleati, meno avremo motivo di temere. Questo non accadrà. Ma il pensiero imperialista russo probabilmente non scomparirà molto presto, soprattutto non sotto questa leadership. Quindi dobbiamo prepararci a ogni eventualità. Ed è estremamente importante che l’accordo di pace per l’Ucraina — speriamo vada in porto, perché tutti vogliono che la guerra e le sofferenze finiscano — abbia enormi implicazioni positive sulla sicurezza europea.

Abbiamo visto la prima bozza russa, giusto? Ventotto punti. Limitazioni solo sulle forze e capacità ucraine, niente sull’aggressore — cosa assurda. Anche se non potessimo imporre limitazioni alle forze russe o altro — perché ovviamente l’Europa non può fidarsi di una firma russa su alcun documento, dato che hanno violato praticamente ogni accordo a cui hanno partecipato — se possiamo aiutare l’Ucraina a rimanere davvero indipendente e sovrana, un giorno membro dell’Unione Europea e, spero, in futuro anche della NATO, con uno degli eserciti più capaci nella difesa della libertà di tutti noi, allora quella è la strada giusta.

E allo stesso tempo non dobbiamo in alcun modo rinunciare a perseguire la responsabilità russa per i crimini di guerra, e anche la revoca delle sanzioni richiederà tempo, perché altrimenti la Russia userebbe la rinnovata forza economica per potenziare ulteriormente il proprio esercito, diventando una minaccia ancora maggiore per tutti noi.