Rivolta nel carcere di Marassi, le immagini della devastazione

Era il luogo dove i detenuti studiavano, per avere un futuro migliore una volta usciti dalla prigione e per ottenere un titolo di studio. Dopo la rivolta di mercoledì nel carcere di Marassi a Genova, di quello spazio di ritrovo e di riscatto non rimane più nulla. Sedie ribaltate, schermo del monitor rotto, banchi devastati. 

I disordini - Verso le 14 di mercoledì 4 giugno un centinaio di reclusi si è ribellato aggredendo gli agenti penitenziari e scatenando il caos all'interno della struttura. Due poliziotti feriti sono stati in seguito portati al pronto soccorso in codice verde, mentre altri due sono stati medicati sul posto. I reclusi hanno distrutto un'ampia area della casa circondariale e alcuni di loro hanno provato a scavalcare il muro di cinta. Altri sono saliti sui tetti scendendo poi spontaneamente. 

I motivi della rivolta - La sommossa è avvenuta al piano terra della seconda sezione, area che comprende anche le aule scolastiche. La causa del disordine sarebbe un regolamento di conti tra due fazioni di prigionieri: l'accusa che viene da una delle due parti è quella che sei reclusi avrebbero stuprato e seviziato un ragazzo di 18 anni. Gennarino De Fazio - segretario generale della Polizia Penitenziaria - ha dichiarato che il ragazzo è dovuto essere ricoverato in ospedale per le sue condizioni.