PER CORRUZIONE E SOCIAL

Nepal verso il caos: proteste contro il blocco dei social, almeno 22 morti

Le violenze e il clima di instabilità hanno causato anche il blocco dei voli all'aeroporto della capitale

09 Set 2025 - 14:59
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La scintilla delle violente proteste è stata accesa lo scorso 4 settembre, quando il governo ha imposto il blocco di 26 piattaforme social - tra cui Facebook, Instagram, YouTube e X - colpevoli di non essersi registrate ufficialmente presso il Ministero delle Comunicazioni. La misura, giustificata dalle autorità come un tentativo di contrastare la disinformazione e creare "un ambiente per la protezione e il libero esercizio" della libertà di espressione, è stata invece percepita dai cittadini come una grave forma di censura. Il provvedimento ha avuto l’effetto opposto: anziché calmare il dibattito pubblico, ha infiammato le piazze.

La protesta della Generazione Z

I primi cortei sono esplosi nella capitale Kathmandu, con migliaia di manifestanti - in gran parte giovani - che hanno invaso le strade. A rendere ancora più incandescente il clima, la diffusione online di video che documentavano il tenore di vita sfarzoso dei figli dei politici. I manifestanti hanno superato le barriere di sicurezza. Si sono aperti ripetutamente dei focolai di scontro e la polizia ha sparato sulla folla. Il bilancio è drammatico: almeno 22 morti e oltre 250 feriti, secondo fonti ospedaliere.

Parlamento in fiamme e città paralizzate

 La tensione ha raggiunto il culmine, quando i manifestanti hanno incendiato l’edificio principale del Parlamento. Sono stati presi di mira anche altri edifici governativi e le residenze private di esponenti politici. Il primo ministro KP Sharma Oli si è dimesso e a ruota sono arrivate le dimissioni del ministro dell’Interno Ramesh Lekhak, che si è assunto la “responsabilità morale” per le vittime, e di altri membri del governo. Nel tentativo di placare le tensioni, il ministro delle Comunicazioni, Prithvi Subba Gurung, ha annunciato la revoca del blocco dei social media. L’Unione Europea è intervenuta con una nota ufficiale, esprimendo “profondo rammarico” per le morti e chiedendo “un’indagine indipendente sulle uccisioni”. 

Caos nei trasporti e turisti bloccati

  Le violenze e il clima di instabilità hanno causato il blocco dei voli in partenza e in arrivo all’aeroporto internazionale di Kathmandu. Centinaia di turisti stranieri risultano bloccati nel Paese, impossibilitati a lasciare il Nepal a causa del coprifuoco e dei disordini diffusi nelle principali città.

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