Anche a Bondi Beach si scrive la stessa storia già letta tante volte al teatro Bataclan di Parigi o sulla promenade di Nizza
Moventi e target diversi, ma un comune denominatore: attaccare i luoghi della libertà. Anche stavolta, a Bondi Beach, la più grande spiaggia di Sydney, si scrive la stessa storia già letta tante volte, perché i due attentatori, Sajid e Naveed Akram, padre e figlio - legati allo Stato Islamico hanno aperto il fuoco sulla spiaggia più famosa dell'Australia. Proprio qui - dove la comunità ebraica di Sydney stava celebrando la festa di Hannukkah - accorrono ogni anno centinaia di turisti. Un luogo di svago e gioia trasformato nel teatro di una strage. Una sensazione che ha attanagliato il mondo occidentale dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, quando dieci terroristi dell'Isis provocarono tre esplosioni e sei sparatorie, la più sanguinosa al teatro Bataclan, dove vennero uccise 90 persone. E poi Nizza, 14 luglio 2016: un uomo di origine tunisina si scagliò con un camion sulla folla che celebrava la festa nazionale francese sulla celebre "promenade", uccidendo 80 persone. Lo Stato Islamico rivendicò l'attacco. Un anno dopo, il 22 maggio 2017 a Manchester, un uomo legato all'Isis - Salman Abedi - si fece esplodere al concerto di Ariana Grande causando la morte di 22 persone e oltre 250 feriti.