Nata in Iran, ma residente in Israele, era rimasta bloccata allo scoppio del conflitto
di Paola NurnbergPer alcuni continua a essere molto complicato tornare in Italia. Silvia, ebrea persiana residente in Israele, avrebbe dovuto partire il 13 giugno, quando è stata attaccata Teheran. A Milano la aspettavano le sorelle. "Dovevo essere tra i primi, - racconta a Tgcom24, - ma c'era la priorità per chi ha problemi di salute e altro. Io ho messo anche altre destinazioni, Roma, Parigi, Atene..". Ora si dice contenta che finalmente non si debba più correre nei rifugi, ma ammette che dal 7 ottobre in poi, per lei, è cambiato tutto. E ora la guerra tra i due suoi Paesi del cuore. "Come sto vivendo? - risponde, - Da una parte orgogliosa di tutto questo Paese, di quello che fa, della tecnologia, della voglia di non fermarsi mai e di non abbattersi, ma non riuscire a tornare non è bello". Dell'Iran, dove è nata e vorrebbe tornare, le restano i racconti dei famigliari. "Io parlo anche il farsi e ho dei ricordi molto belli dello scià che era buono perché trattava bene gli ebrei. Poi i miei si sono innamorati dell'Italia, e volevano farci crescere in un Paese non musulmano", conclude.