"L'Europa sta cercando di trovare degli strumenti di tutela sia nei confronti dei minori sia in quelli dei genitori", ha aggiunto
Il Parlamento europeo ha approvato - con 483 voti favorevoli, 92 voti contrari e 86 astensioni - una risoluzione non vincolante in cui propone di fissare a 16 anni il limite minimo di età nell'Ue per accedere ai social media, lasciando aperta la possibilità ai minori tra i 13 e i 16 anni di accedervi su autorizzazione dei genitori.
"È un orientamento importante per gli Stati membri, soprattutto alla luce del fatto che la risoluzione è stata approvata con la forte maggioranza del Parlamento", ha commentato a Tgcom24 l'avvocato Cristina Rossello.
"È un cambio di paradigma, che però è stato anche valutato come opportuno in molti casi. Ci sono delle esigenze di urgenza. Sappiamo che i minori hanno un utilizzo indiscriminato e non filtrato da parte dei genitori di questi strumenti e che ci sono delle attività invasive particolarmente gravi - ha aggiunto -. L'Europa sta cercando di trovare degli strumenti di tutela sia nei confronti dei minori sia in quelli dei genitori".
"Ci vuole un controllo e un controllo esercitato con degli adeguati filtri. Tutto questo deve essere esaminato da tutte le parti: Stato, famiglia, scuole, enti di formazione e anche controparti commerciali", ha concluso.