"I guerriglieri si renderanno indistinguibili tra il popolo palestinese e sorprenderanno Israele quando avrà occupato la Striscia", dice l'esperto
"Se Gaza City cade, purtroppo non cadrà anche Hamas. E non lo dico io, ma lo ha detto il capo di Stato maggiore dell'esercito israeliano, che è contrario a questa invasione di terra, fatta per scopi di politica interna e non per battere Hamas. Hamas sarà l'unica cosa che rimarrà in piedi tra le macerie di Gaza". Lo ha detto a Tgcom24 Fabio Nicolucci, analista della Nato Defense College Foundation (Ndcf).
Cosa dobbiamo temere, dunque, dall'attacco israeliano a Gaza City dal punto di vista militare, strategico e politico? "È proprio quello che non si chiedono nel ministero della Difesa israeliano, perché questa invasione è fatta appunto per altri motivi. Non per salvare gli ostaggi, perché ciò è impossibile da fare con la pressione militare, ma per spingere i palestinesi al sud e liberare la Striscia per rioccuparla temporaneamente o meno. Ma Hamas non si batte così, perché Hamas è anche un'idea", spiega Nicolucci, che ha raccolto questa e altre riflessioni nel suo libro "Israele e il 7 ottobre. Prima e dopo".
Cosa accadrà, dunque, nel futuro imminente? "Stiamo andando verso uno scenario iracheno, quello di Falluja nel 2003, quando gli americani perdevano due o tre soldati al giorno, in uno stillicidio di sangue, e compattavano la popolazione civile con i guerriglieri. Poi arrivò il grande generale McChrystal, che sosteneva che bisognava conquistare cuori e menti del popolo per vincere la guerriglia e staccarlo dai guerriglieri. Proprio il contrario di quello che sta facendo l'esercito israeliano, che sta regalando ancora di più il popolo ad Hamas", dice Nicolucci.
"Hamas non farà una resistenza come nella prima invasione israeliana, ma stavolta si scioglierà nel popolo, rendendosi indistinguibile, per poi sorprendere quando Israele avrà occupato militarmente Gaza, cosa che l'esercito israeliano sconsiglia di fare. È lì che incomincerà uno scenario di guerriglia 'sotto copertura', fra la gente, fra i civili. Questo è lo scenario preoccupante per gli israeliani", sottolinea ancora Nicolucci. "Nella Striscia di Gaza ci sono due milioni di persone che rimbalzano come palline sotto le bombe e senza pane - perché Israele ha tentato l'arma della carestia -, senza cure, sotto le tende. Ma sotto gli occhi del mondo perché pieno di telefonini, e questo Israele lo sottovaluta", spiega.
Si possono salvare gli Accordi di Abramo? "Gli Accordi di Abramo sono già morti, quelli senza i palestinesi. Sono morti il 7 ottobre 2023 e uccisi soprattutto dalla reazione di Netanyahu degli ultimi due anni, che ha reso impossibile nelle opinioni arabe accettare la situazione prima del 7 ottobre. Con l'attacco a Doha, Netanyahu ha cambiato completamente lo scenario politico mediorientale, creando uno scenario di guerra come 50 anni fa di Israele contro tutti i suoi vicini arabi e non, e il bad guy dall'Iran è passato a essere Israele, che è isolato", afferma Nicolucci. "Questo ha un costo per l'amministrazione americana e anche per noi, perché porta a uno schieramento per difendersi da Israele. Il Medioriente arabo oggi si sta unendo contro Israele". Anzi, "Hamas ha già vinto politicamente la guerra perché ha distrutto gli Accordi di Abramo senza i palestinesi. Ora la questione del popolo palestinese, piaccia o non piaccia, si è posta per l'entità stessa della risposta di Netanyahu. Se avesse inseguito i capi di Hamas per il globo terracqueo, avrebbe avuto tutto il mondo con sé, mentre adesso ha tutto il mondo contro", sottolinea Nicolucci.
Un allarme che arriva anche in Italia è che quel che resta in Hamas possa trasferirsi in Tunisia. "È possibile, ma non mi preoccuperei tanto di questo. Il problema è la prossima ondata di jihadismo che si sta lavorando sugli scenari apocalittici di sangue che vediamo ora nella Striscia", evidenzia l'analista.