Il governo vorrebbe invece un nuovo corso affidato a un grande gruppo dell'acciaio
di Maria Luisa SgobbaPotrebbe cambiare volto quella che è stata la più grande acciaieria d'Europa, l'ex Ilva di Taranto. C'è attesa per l'esito ufficiale della seconda gara per la vendita di acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria. L'ipotesi di grandi multinazionali del siderurgico interessate all'acquisto è molto vacillante dopo l'addio degli azeri di Baku Steel e l'incognita degli indiani di Jindal, che nel frattempo hanno rivolto i loro interessi altrove in Europa. Resterebbe in piedi l'offerta dei grandi fondi di investimento statunitensi, Bedrock e Flacks Group e una serie di offerte per singoli asset da parte di gruppi del settore acciaio anche italiani.
L'ipotesi spezzatino per il gruppo siderurgico sembra al momento la più probabile. E sicuramente la meno gradita al governo, che si augurava un nuovo corso affidato a un grande gruppo dell'acciaio che garantisse la decarbonizzazione dello stabilimento. Il secondo bando di gara lanciato il 7 agosto poneva appunto il vincolo della decarbonizzazione.