Il presidente"dell'Associazione Nazionale Magistrati, a margine del Salone della Giustizia in corso a Roma, parla della riforma e del comitato referendario
"Sono d'accordo con il ministro Nordio: se la magistratura associata decidesse di affiliarsi o avvicinarsi a un partito politico verrebbe meno alla propria natura, perché l'Anm prevede nel suo statuto che non può avere nessuna forma di attività politica e farebbe un danno a se stessa, perché noi ci rivolgiamo a tutti i cittadini. E quindi non vogliamo essere in alcun modo assimilati a forze politiche". Esordisce così Cesare Parodi, presidente Anm, a margine del Salone della Giustizia in corso a Roma, parlando della riforma del comitato referendario.
"Ci siamo costituiti in comitati referendari - spiega - proprio perché in questo modo, con un nostro comitato autonomo, nessun partito, nessuna associazione può avere parte, nemmeno singoli che hanno una storia politica in qualche associazione: possiamo garantire che soltanto privati cittadini si sforzeranno nel dibattito per difendere queste idee, per dare un'impressione formale di assoluta autonomia e indipendenza".
Perché dire no alla separazione delle carriere, che è una realtà in molti Paesi? "Praticamente, - risponde Parodi - in tutti i Paesi in cui questo si è verificato, ed è un dato di fatto anche se in maniere diverse, la separazione delle carriere ha portato a delle forme di assoggettamento più o meno forti all'esecutivo. Questo è evidentemente un qualcosa che in Italia non si verificherebbe in maniera immediata, perché non è previsto, ma noi temiamo che ci potrà essere in forza della riforma un mutamento progressivo e irreversibile di quelli che sono i rapporti di forza all'interno della magistratura e anche rispetto al ruolo del pubblico ministero. E noi vogliamo prevenire questo, perché crediamo che il pubblico ministero debba rimanere un organo profondamente calato nell'attività giudiziaria, nel suo ruolo di magistrato per poter dare in questo senso maggiori garanzie ai cittadini".
"D'accordo, - conclude - che la giustizia debba essere più veloce e più certa. Vorremmo che la riforma della giustizia intervenisse sulle criticità effettive: la mancanza di personale amministrativo, la struttura degli uffici, l'informatizzazione, lo stesso numero di magistrati... Questa sarebbe una vera riforma della giustizia".