La de-esclation è partita eppure restano i dubbi, i veleni, i misteri. Registrazioni, conferme e smentite dietro una partita ormai chiusa. Almeno ufficialmente
di Fabio NuccioBisogna partire dalla serata del 13 novembre scorso, una terrazza di un ristorante romano, vista piazza Navona. È lì che il consigliere del presidente della Repubblica, Francesco Saverio Garofani, al tavolo con alcune persone, ipotizza "uno scossone" al governo, parla di una grande lista civica che potrebbe sconfiggere Meloni. Parole pronunciate in privato ma qualcuno registra e avverte i giornali. Ne nasce un "caso" istituzionale, lo solleva La Verità, poi le frizioni politiche, le polemiche le tensioni, con la richiesta di Fratelli d'Italia di avere chiarimenti da Garofani.
Le opposizioni attaccano fino all'incontro al Quirinale ieri, tra il Capo dello Stato e il presidente del Consiglio. Venti minuti, al termine dei quali, da Palazzo Chigi, si ribadisce la sintonia istituzionale, mai venuta meno fin dall'insediamento di questo governo e della quale - scrive lo staff della premier - nessuno ha mai dubitato. Solo il rammarico per quelle frasi, durante una cena non proprio riservata.
Siamo leali e vogliamo lealtà, dice la premier, che si aspetta però una presa di posizione da parte del Colle, almeno qualche parola di critica per quelle uscite giudicate inopportune e questo anche per circoscrivere al suo ambito reale la vicenda anche a tutela del Quirinale. Ma il presidente Mattarella non parla delle esternazioni fatte al ristorante rinnovando la sua fiducia a Garofani.
A chiudere la vicenda una nota congiunta dei capigruppi del partito della premier, Bignami e Malan. "Fratelli d'Italia ritiene la questione chiusa. Rinnoviamo la stima - scrivono - nel presidente Mattarella e l'apprezzamento per la sintonia istituzionale tra il Quirinale e Palazzo Chigi". La de-esclation è partita eppure restano i dubbi, i veleni, i misteri. Registrazioni, conferme e smentite dietro una partita ormai chiusa. Almeno ufficialmente.